Un bivio per il centrodestra in crisi

A dar retta ai deputati che si aggirano mogi per il Transatlantico, l’atmosfera all’interno del Pdl è già quella da day after. L’avvenire sembra più buio e fumoso che mai, e la cronaca non contribuisce certo a migliorare gli umori di un partito che fino ad un paio di anni fa poteva contare sul più ampio consenso mai registrato nella storia della Repubblica. Ci mancava soltanto lo scandalo della giunta laziale per coronare con una meravigliosa (si fa per dire) ciliegina sulla torta i guai di un partito che si scopre più diviso che mai, tra ex forzisti ed ex An che scalpitano per ritornare tali, rinnovate ipotesi di opa ostile da parte dell’Udc di Pierferdinando Casini, fantasiose opzioni di apparentamento con Matteo Renzi, nel caso in cui dovesse uscire bastonato dalle primarie democratiche, o ancora diluizione totale in un’informe maggioranza senza arte né parte, buona solo per votare la fiducia ad un altro governo tecnico.

Quello che, almeno sulla carta, dovrebbe essere il leader del partito, ovvero il segretario Angelino Alfano, non perde occasione per cavarsi d’impiccio rilanciando un ritorno in grande spolvero di Silvio Berlusconi. E il Cavaliere che fa? In questo marasma di pessimismo esistenziale sembra l’unico ad apparire soddisfatto di come si stanno mettendo le cose. Specie dopo il ritrovato feeling con il premier Mario Monti. Che non è più il professore in loden che gli soffiò il governo con un intrigo di palazzo, come invece continuano a pensarla in molti all’interno del Popolo della Libertà. «Non è il governo tecnico il grande imbroglio», ha dichiarato proprio ieri l’altro Silvio Berlusconi. Anzi, dopo la mezza autocandidatura al bis lanciata tra le righe da New York, Monti ma potrebbe addirittura rivelarsi la soluzione migliore per impedire alle sinistre di salire al governo e fare filotto tra Palazzo Chigi e Quirinale, nel caso in cui per il centrodestra le cose dovessero andare proprio male. 

Certo, di mezzo ci sono ancora le elezioni, senza che ancora nemmeno si sappia con quale legge si andrà a votare, come l’ex premier tiene molto a precisare ai cronisti. Però... secondo il Cav Monti è sì come il diavolo, ma nel senso che non è mai così brutto come lo si dipinge. I veri nemici sono altri. Bersani, ad esempio, che se riuscisse ad emergere dalle prossime consultazioni con una maggioranza solida a sufficienza, potrebbe davvero decidere anche chi mandare a fare il presidente della Repubblica per l’imminente settennato. E poi Equitalia, che, parola di Silvio, sarebbe colpevole di vere e proprie estorsioni ai danni dei contribuenti italiani. E anche l’euro, che definisce «un grande imbroglio», dal quale la Germania potrebbe tranquillamente uscire senza che questo rappresenti «una grande tragedia». E poi , ovviamente, la Germania: «è incapace di essere solidale», dice Berlusconi. 

Insomma, dopo le frecciate anti-Imu, ancora una volta il Cavaliere senza macchia e senza paura sciorina slogan di grande effetto per dare uno scossone alla pre-campagna elettorale di un partito in cerca d’autore, che gli si affida ancora una volta ad occhi chiusi per non saper fare di meglio.

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:05