Con Pubblico rifiata la stampa di sinistra

I prossimi quindici giorni potrebbero far cambiare il volto dell’editoria italiana, in specie quella di sinistra che con Repubblica e La Stampa ne detiene l’egemonia. Si parte con l’arrivo in edicola di un nuovo quotidiano schierato, per ammissione del direttore, a sinistra Pubblico. Domani i conti-verità della Rai. Se confermati i 140-150 milioni di deficit e il calo della pubblicità entro la fine dell’anno, quando scade anche il contratto del direttore del Tg1 Maccari, saranno necessari drastici tagli alle strutture e alle redazioni. Il 21 settembre si riunisce il patto di sindacato di Rcs. Oltre agli azionisti sarà presente il nuovo amministratore delegato Pietro Scott Covane che fornirà spiegazioni sul piano strategico e sulle perdite in Spagna dove Unitad Editorial 8 che editata El Mundo) è andata in rosso per 427 milioni. Difficoltà di assestamento anche in Italia. Il 24 settembre scadono i termini per la consegna delle proposte non vincolanti per l’acquisto dell’emittente televisiva La7 e delle infrastrutture per le frequenze in possesso a Telecom Italia Media nell’asta gestita da Mediobanca e dalla banca americana Citigroup.

Quest’ultima notizia non è nuova. L’amministratore Bernabè l’ha comunicata qualche mese fa. È nuovo invece l’interessamento di Mediaset. Dopo il no di Al Jazeera i soggetti che hanno manifestato interesse all’acquisto sono il gruppo Cairo di Torino, il fondo private equità Clessidra gestito da Claudio Sposito con l’appoggio di Bassetti, la multinazionale Dicovery Channel canale presente in 155 paesi, la spagnola Albertis ed altri fondi infrastrutturali o focalizzati sui media tipo Liberty Media del gruppo di John Malone. La notizia della discesa in campo del Biscione ha scatenato immediatamente dure reazioni prima ancora di conoscere i termini dell’operazione. Le manifestazioni d’interesse sono due: la prima per l’emittente La7 piena di debiti, la seconda tramite Ei Towers, la società che gestisce i ripetitori Mediaset,le infrastrutture per le frequenze (multiplex). Nell’ultimo week end è scoppiato il fuoco di sbarramento contro la famiglia Berlusconi prima di vedere le carte dal punto di vista economico-finanziario e dei limiti antitrust. Il più determinato oppositore Enrico Mentana che da Twitter e dal telegiornale ha bocciato l’iniziativa del suo ex editore, pronto se si verificasse a lasciare l’emittente ne bis in idem.

Nella vicenda vanno precisate alcune regole. In base ai parametri del cosiddetto Sic della legge Gasparri, la raccolta della pubblicità allargata trova un tetto pari al 20% del totale e nessun gruppo televisivo può controllare più di 5 multiplex a testa. L’analisi riguarda il fatto se Mediaset supera questi paletti di legge ed allora non può partecipare all’asta. Se invece è dentro si tratta di una legittima scelta aziendale prevista dal codice civile e dalle norme Ue sulla concorrenza.

Il quotidiano Pubblico (al quale diamo il benvenuto) è diretto da Luca Telese che detiene il 51% del capitale. Il pubblico di riferimento è di sinistra, più o meno lo stesso di Liberazione, Manifesto, Unità, con l’obiettivo di vendere almeno 10 mila copie e con una società di pubblicità che raccolga almeno 700 mila euro l’anno. Si ispira al Fatto quotidiano da cui Telese si è staccato, con firme come quella di Ritanna Armeni, ex Unità, come il caporedattore Fabio Luppino, Ascanio Celestini, Darwin Pastorino, Corrado Formigli che si alterna con Michele Santoro su La7. Otto e mezzo con Lilli Gruber, Piazzapulita, In Onda (Telese-Porro), l’Infedele ( Gad Lerner) Servizio pubblico sono le armi televisive (in aggiunta al Tg3 di Bianca Berlinguer) dell’approfondimento politico delle sinistre come Repubblica e La Stampa lo sono per la carta stampata.

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:08