Le condoglianze con ritardo tattico

«Alta professionalità e intelligenza politica», «attenzione e simpatia per l’Italia», «amichevole rapporto». Sono le calorose parole che in una nota del 30 agosto il Quirinale spende per manifestare all’ambasciata Usa il proprio cordoglio per la recente scomparsa dell’ex ambasciatore statunitense a Roma Reginald Bartholomew. Della morte, avvenuta domenica scorsa a New York, ha dato notizia in Italia l’Ansa, la mattina del 28 agosto, riprendendo il Washington Post. Solo due giorni dopo, dunque, quattro rispetto alla morte, è arrivato il messaggio di cordoglio del Colle.

In mezzo, il 29 agosto, veniva pubblicata postuma, su La Stampa, l’ultima intervista rilasciata da Bartholomew a Maurizio Molinari. Una testimonianza che il diplomatico, praticamente in punto di morte, ha voluto lasciare sui burrascosi anni in cui si trovò alla guida dell’ambasciata di Via Veneto (tra il 1993 e il 1997). Erano anche gli anni di Tangentopoli e non è lusinghierio il giudizio di Bartholomew sull’operato e i metodi del pool di magistrati di Milano che «nell’intento di combattere la corruzione politica dilagante – ricorda – era andato ben oltre, violando sistematicamente i diritti di difesa degli imputati in maniera inaccettabile in una democrazia come l’Italia». Cosa che spinse l’allora ambasciatore a troncare il «legame diretto» che si era instaurato tra il Consolato di Milano e il pool e a rimettere sui binari della politica i rapporti tra i due paesi, individuando nei leader Berlusconi e D’Alema i nuovi interlocutori.

L’avviso di garanzia recapitato al neopremier Berlusconi nel bel mezzo del summit del G7 a Napoli fu per Bartholomew «un’offesa» al presidente degli Stati Uniti Clinton, presente al vertice, perché il pool «aveva deciso di sfruttarlo per aumentare l’impatto della sua iniziativa giudiziaria contro Berlusconi».

Il Quirinale avrebbe potuto diffondere la sua breve nota di cordoglio lo stesso giorno della divulgazione della notizia della morte di Bartholomew, il 28 agosto, o il successivo, insieme ai “coccodrilli” dei giornali. Perché invece solo il 30 agosto? Un semplice ritardo, dovuto agli ultimi scampoli di ferie agostane, oppure è lecito ipotizzare che senza l’intervista rilasciata a Molinari non ci sarebbe stata alcuna nota, quindi un modo per “simpatizzare” con «l’intelligenza politica» dimostrata da Bartholomew anche nel formulare i suoi giudizi sul periodo di Mani pulite?

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:05