Famiglia Cristiana contro il Meeting

«Chi è senza peccato scagli la prima pietra». Mai precetto religioso fu più azzeccato nella polemica che intende accendere la fine del mese più caldo dell’anno. Famiglia Cristiana s’arrabbia. Contro chi? Comunione e Liberazione e il suo tradizionale Meeting riminese in pieno agosto. Le colpe sono contenute nell’ultimo editoriale del periodico dei Paolini: «C’è il sospetto che a Rimini si applauda non per ciò che viene detto, ma solo perché chi rappresenta il potere è lì, a rendere omaggio al popolo di Comunione e Liberazione. Non ci sembra garanzia di senso critico, ma di omologazione, un’omologazione da cui ogni giovane dovrebbe rifuggire. Tutti gli ospiti del Meeting, a ogni edizione, sono stati sempre accolti così: da Cossiga a Formigoni, da Andreotti a Craxi, da Forlani a Berlusconi. Qualunque cosa dicessero. Poco importava se il Paese, intanto, si avviava sull’orlo del baratro. Su cui ancora continuiamo a danzare». Il Meeting, prosegue Famiglia Cristiana, rischia «di diventare una vetrina: attraente, ma pur sempre autoreferenziale». 

I Paolini calcano la mano commentando l’atteso intervento del premier Monti proprio sul palco del Meeting: parole che hanno segnato un’inversione di tendenza nella comunicazione politica del governo, con quell’accento finalmente un po’ positivo verso il futuro. Uno sguardo disteso che i cattolici del settimanale in questo momento non hanno, riaprendo una falla vecchia come gli anni ’70 neanche si fosse in periodo di referendum sul divorzio. 

In casa Cl non l’hanno presa bene e subito gli scudieri di casa Pdl sono intervenuti in difesa del fortino: Lupi, Farina, Vignali, Toccafondi, deputati vicino a Comunione e Liberazione hanno spinto sulla forza del Meeting. Ma da Famiglia Cristiana l’attacco non si ferma qui: anche l’ottimismo di Monti è fumo negli occhi della platea, secondo il periodico paolino, dato che «il paese è stremato» e «dieci milioni di famiglie tirano la cinghia». E poi «quali provvedimenti stanno creando il lavoro e contrastando la disoccupazione giovanile?». Il momento è grave e vedere la platea di Cl che applaude e sorride beata (forse beota, viste le parole di Famiglia Cristiana) a chiunque passi da quelle parti, evidentemente non piace. 

L’ebollizione agostana mette a confronto duramente il mondo cristiano, e da sinistra non è mancato l’appoggio a Famiglia Cristiana: secondo Ferrero, leader di Rifondazione, «oggi la società si divide tra chi la guarda con gli occhi dell’uomo della strada e chi la guarda dall’alto dei palazzi. È del tutto evidente che la crisi per questi non è forse mai cominciata. Per cambiare politiche come quelle del governo Monti è necessario in primo luogo cambiare il punto di osservazione. Questa è la rivoluzione culturale che condividiamo con Famiglia Cristiana». Rivoluzione culturale, i termini si fanno importanti. Forse anche fin troppo rispetto a ciò che intendevano rilevare i Paolini. Eppure la pietra è stata scagliata. Il mondo cattolico pacificato e pacificabile di Giovanni Paolo II non c’è più, Ratzinger è il resistente papa della difficile crisi di una Chiesa sempre più tellurica. Come questo scontro, che sfonda nella politica, dimostra a chiare lettere.

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:03