
In questi giorni è in discussione il ddl sull’affido condiviso, tra i vari punti la Pas - Sindrome Alienazione Parentale. Richard A. Gardner, padre della teoria, indicava i sintomi e puntualizzava che non necessariamente il genitore alienante era affetto da un qualche disturbo che lo portava all’abuso sul figlio.
In una mia ricerca mi sono trovata a dissentire con questa affermazione e mi sono posta una domanda: chi è il malato di Pas? Si può negare che un genitore, il programmatore, non sia afflitto da un disturbo se da vita ad un brainwashing devastante a danno del figlio? Si può pensare che un genitore, l’alienato, non sviluppi disturbi quali rabbia, instabilità e altro, se viene dipinto e trattato come il mostro cattivo? È sperabile che un bambino, il programmato, non sviluppi problematiche psicologiche che, a breve o lungo termine, hanno la possibilità di trasformarsi in problemi patologici che potrebbe non essere in grado di affrontare sino a farli diventare danni, sindromi, patologie o malattie?
Le linee di Gardner sono state dimostrate dal recente studio di Lavadera, eseguito su 20 bambini di 11 anni che, in base agli otto sintomi rispondevano all’alienazione parentale ed uno gruppo di controllo di 23 bambini della medesima età, anch’essi figli di separati, ma non presunti alienati. Si evince chiaramente che i bambini sottoposti alla programmazione sviluppano caratteristiche psicologiche di disturbo: i sintomi riscontrati da Gardner. Ed ammette altresì che tali disturbi possono avere effetti a lungo termine.
Nella mia ricerca ho aggiunto, alle altre patologie già note la sindrome fibromialgica, per le molte con gli effetti della Pas. Lo dimostra anche Lowen, che ben descriveva la barriera muscolare come filtro per le emozioni. Daniele Ugolini, terapista della riabilitazione, ha voluto lasciarmi un contributo significativo nella ricerca, e scrive «Sappiamo altresì che un evento che si associa ad uno stimolo nocicettivo (es.: dolore) genera, all’interno delle strutture cellulari predisposte alla registrazione, la sintesi di una nuova proteina: questa proteina a sua volta induce una modifica non ereditabile che resterà scritta nel patrimonio genetico cellulare fino a quando quell’individuo avrà vita».
Così è dimostrato che lentamente si sta coltivando un futuro malato, “distruggendo” l’infanzia, programmando e condannando adulti e bambini al dolore cronico, consegnando la società a pericoli - dal bullismo infantile alla delinquenza ; creando danni economici al singolo ed alla collettività.
Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 15:58