
Niente domiciliari per Luigi Lusi. L’ex tesoriere della Margherita dovrà trascorrere l’estate in carcere. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma ha respinto l’istanza presentata dagli avvocati del senatore del Partito democratico, indagato per aver stornato dalle casse del fu partito oltre 25 milioni euro per uso personale. Una decisione arrivata dopo che il pubblico ministero aveva dato parere favorevole alla concessione degli arresti domiciliari. Una decisione che ha scatenato l’ira di Renato Archidiacono, il legale che difende Lusi: «Un accanimento senza precedenti nei confronti del cittadino Luigi Lusi», ha commentato seccamente. Ma Archidiacono ha parlato anche di un provvedimento «che non ci stupisce più di tanto, era nell’aria». «Una più complessa valutazione - ha aggiunto poi l’avvocato - si potrà fare dopo aver letto il provvedimento del giudice. A questo punto attendiamo la fissazione dell’udienza del Tribunale del riesame».
Insieme a Luca Petroci, Archidiacono aveva presentato un’istanza di scarcerazione molto circostanziata per il suo assistito. In particolar modo dopo che la Corte di Cassazione aveva annullato con rinvio l’ordinanza di custodia cautelare del Tribunale. Un provvedimento, quello della Cassazione, ambivalente. Da un lato ha dato ragione agli avvocati del senatore, dall’altra ha confermato gli indizi di colpevolezza che inficiano la posizione di Lusi. Gli stessi che hanno condotto i pm a chiederne l’arresto. Gli appunti della Cassazione portano a pensare che nelle prossime settimane altre persone potrebbero finire nel registro degli indagati. «Per ben quattro anni», destinati «a proseguire finché nessuno si fosse accorto di nulla», l’ex tesoriere della Margherita, Luigi Lusi, avrebbe organizzato, con i suoi complici, una vera e propria associazione a delinquere per depredare le casse del partito, «oscurare gli sprechi, acquisire immobili di prestigio, investire in polizze». Un provvedimento duro, corredato anche da considerazioni bizzarre. Secondo i magistrati di Cassazione, Lusi avrebbe commesso reiteretamente i reati contestatagli al di sopra dei suoi mezzi di «avvocato di provincia e [all’epoca dei fatti n.d.r.] neo-senatore». Nonostante ciò, il senatore è accusato di aver «promosso un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di un numero indeterminato di delitti di appropriazione indebita, riciclaggio, fraudolenta intestazione di valori strumentali alla realizzazione di una serie indeterminata e sistematica di sottrazione di risorse dai conti della Margherita, di cui Lusi era tesoriere da destinare ad impieghi privati».
Il gip Simonetta D’Alessandro ha lasciato intendere che in un prossimo futuro la possibilità dei domiciliari non è da escludere. Il giudice ha fatto una serie di considerazioni e tra questa anche il contegno dell’indagato da quando è finito in carcere. Secondo il gip questo «contegno» è peggiorato nel tempo, tanto che la pubblica accusa gli ha contestato anche il reato di calunnia. Un altro impegno richiesto a Lusi è quello di fare rientrare in Italia le somme di denaro trasferite in Canada.
Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 15:35