
Chi desidera che in Italia ritorni un clima da anni Settanta? Dopo la decisione della Corte di Cassazione, che ha pronunciato in maniera definitiva la condanna per i fatti del G8 di Genova e per le vicende dela scuola Diaz, la giustizia ha mostrato le sue due facce.
Gli alti dirigenti dellaPolizia di stato, pur non avendo compiuto fatti di sangue o tenuto comportamenti violenti, sono stati costretti alle dimissioni: c’è stata l’applicazione della pena accessoria dell’interdizione. Mentre due no global, condannati a pene detentive molto elevate, si sono resi latitanti. Così dei poliziotti hanno perso i mezzi di sostentamento delle rispettive famiglie, mentre degli eversori si sono sottratti all’esecuzione della pena. La giustizia è stata comunque beffata, e da qualsiasi prospettiva la si guardi. Con lei gli italiani che ancora credono nel giusto processo. L’intera Polizia di Stato è stata messa nell’angolo. E, passando ai “disobbedienti”, si potrebbe obiettare che altre volte illustri condannati sono fuggiti dall’Italia, assurgendo anche ad eroi per una certa fazione della nostra cultura illuminata.
Non sono più tornati in Italia i vari Achille Lollo, Marino Clavo, Manlio Grillo... tutti gli esecutori materiali della strage di Primavalle, dove morirono bruciati vivi i due fratelli Mattei, rei di essere figli di un militante del Msi. Non hanno scontato un solo giorno di detenzione autori di stragi, omicidi, rapine. Cesare Battisti, pluriassassino responsabile di ben quattro omicidi, è oggi osannato negli elegantissimi ambienti della rivoluzione salottiera. In forza di questi appoggi “intellettuali” Battisti si permette di sbeffeggiare l’Italia e le sue istituzioni.
Fermiamoci qui, l’elenco potrebbe continuare fino a dopo domani mattina. Ma è utile notare ancora una volta che, ora come allora, gli autori di fatti eversivi non vengono controllati. Anche i “disobbedienti” sono stati lasciati fuggire, forse immaginando l’esito della sentenza definitiva. È una costante all’italiana. Allora perché in altre occasioni i condannati vengono arrestati lo stesso giorno della sentenza? Si rivolgono queste semplici domande al Signor Presidente della Repubblica, certi che le garanzie di una vera e salda democrazia siano l’unico oggetto e fine delle nostre domande. Certi, da veri garantisti, che pene lievi e percorsi socialmente utili insieme ad una volontà di rappacificazione nazionale e generazionale, avrebbero salvato le vite dei poliziotti e quelle di tanti giovani indotti in errore da modelli sbagliati.
Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:01