Le voci sinistre sul ritorno del Cav.

Silvio Berlusconi ci riprova. La voce ha superato la soglia dei rumors e sembra ormai assodato che l’ex premier voglia ripresentarsi come candidato a Palazzo Chigi per la prossima legislatura. Se nel centrodestra le voci sono un po’ contrastanti, da Alemanno che avrebbe preferito una “spolverata” in senso giovane (pro-Alfano) a Capezzone e Santanchè che invece sponsorizzano pienamente il rientro del Cavaliere, anche sul versante di sinistra in molti dicono la loro.

Veltroni ha definito più volte “grottesca” la vicenda: «Un’ennesima campagna elettorale giocata come su un referendum su di lui sarebbe grottesca e tragica» appunto. Di Pietro punta invece sul fatto che il problema non è tanto la ricandidatura di Berlusconi, quanto i cittadini che, spera il leader Idv, abbiano capito che il Cav «si fa solo i fatti suoi». Bindi è ironica: «Gli italiani apprezzeranno questa grande novità». Soltanto Vendola e Renzi sembrano andare oltre. Per il governatore della Puglia il problema è culturale: «Abbiamo un compito importante ed è quello di liberarci dal berlusconismo. Cioè liberarci dall’egemonia culturale, da un modello sociale, da un modello di comunicare, da un’idea di società che ha avvelenato l’Italia per un ventennio. Ovviamente la destra è in una crisi abbastanza significativa e non riesce a pensare di meglio che rimettere in campo il mago di tutti i populismi. Cosa posso pensare? È l’avversario di sempre. Spero che per noi di centrosinistra la contesa non sia soltanto contro Berlusconi ma sia soprattutto una lotta contro il berlusconismo , un codice politico e culturale particolarmente nefasto per la nostra società». Mentre Renzi, dalla festa democratica di Prato, assume una linea responsabile e politicamente più approfondita: «Se Berlusconi dovesse ricandidarsi noi non dobbiamo riproporre l’antiberlusconismo: io dico no alla logica del nemico ma dobbiamo parlare di noi e dei nostri programmi». Nulla risulta dal segretario Bersani, in questo periodo impegnato sulla legge elettorale che sarà, eventualmente, il cardine attorno cui costruire tutta la campagna elettorale e le alleanze.

In sintesi: il centrosinistra ha accolto più coi sorrisini e le battute l’iniziativa pro-Berlusconi. La sua nuova sfida appare infatti più come una burla, col Pd impegnato a fare satira più che politica. Se Vendola, come visto, si arena sulla sua narrazione, culturalmente valida ma politicamente fumosa e vaga, l’unico a dire qualcosa di politico è “pupo” Renzi. Il sindaco di Firenze dimostra di essere uno dei primi fan del Cav, e si è infatti mostrato ben avveduto sui rischi politici che Berlusconi può ancora creare al centrosinistra, cercando di mettere in guardia i suoi proprio come farebbe un bravo segretario. I vecchi del Pd dormono e sottovalutano, il giovinastro, dal canto suo, riceve e lancia l’allarme.

Un allarme che saranno pronti a cogliere dalle parti de Il Fatto Quotidiano. C’è da scommettere che Padellaro e soci cercheranno di appesantire il problema anche più di quanto intendesse fare Renzi. Hai visto mai che magari si riesca pure a recuperare quel 25% di copie giornaliere andate perse con l’addio di Silvio dai palazzi del potere. 

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 15:51