
Chiediamoci senza ipocrisie, quale profilo deve possedere il soggetto che deve governare la tv pubblica. Bene, il profilo cari opinionisti, non c’è e non ci può essere. Per la semplice ragione che, quale che sia il titolo di studio, l’esperienza professionale maturata sul posto di lavoro, i rapporti tenuti a livello internazionale ed altre forme di relazione, non è concretamente possibile definire un profilo credibile e trovare il soggetto dotato di poteri taumaturgici. La valutazione non può che essere ex post, con buona pace di tutti gli adulatori, che srotolano quel penoso stupidario di complimenti ed assensi inveritieri.
Ad esempio si può sostenere che il presidente designato possieda il profilo adatto per governare la Rai, servizio pubblico? Ovviamente no. Laurea in economia e commercio, master alla London School of Economics, assunta alla Banca d’Italia nel 1971, dove è rimasta per 40 anni, fino alla nomina di presidente della Rai. Un profilo professionale di altissimo rispetto, ma che non presenta alcuna attinenza ai compiti ai quali è chiamato il presidente della televisione di stato. Sicuramente alla fine diremo che è stata brava, ma anticipare il giudizio è una penosa compiacenza per accreditarsi qualche royalty. Anche Monti vuole entrare nella governance dell-azienda pubblica? Sì, e forse fa bene. Anche perchè al nuovo presidente verrebbero affidate deleghe più ampie, con maggiore accentramento di potere gestionale. Un tempo si avrebbe detto che è un attentato alla democrazia. Qualcuno ha detto, non senza ragione, che il televisore è un elettrodomestico, ma la televisione è tutta un’altra cosa. Anche per il designato direttore generale la questione non cambia. Luigi Gubitosi, laurea in giurisprudenza, anche lui ha studiato alla London School of Economics and Political Science e conseguito un master in Business Administration all’Insead di Fontainebleau.
È stato amministratore Delegato di Wind Telecomunicazioni, ha ricoperto incarichi nel gruppo Fiat. È stato membro del Consiglio di amministrazione di Cometa, fondo pensione dei metalmeccanici, e membro del Comitato organizzatore delle Olimpiadi degli scacchi svoltesi a Torino nel 2006. Il 30 novembre 2011 viene designato country manager e responsabile del corporate investment banking della Bank of America per l’Italia. Insegna Finanza aziendale internazionale presso l’Università Luiss. Il premier Monti ha così motivato le nomine: la Rai è ricchissima di talenti della televisione. È quindi più bisognosa di una solidità di gestione. La dottoressa Tarantola ha dato prova di avere uno spiccato senso della garanzia istituzionale e di prestare attenzione agli aspetti di governance. Nonché di essere persona equilibrata e vigile. L’Italia e moltissimi nella azienda, sono laureati, docenti e soprattutto hanno uno spiccato senso della garanzia istituzionale e prestano attenzione agli aspetti di governante, nonché sono persone equilibrate e vigili, oltre a possedere alta professionalità e indipendenza, ma non sono state designate alle cariche della azienda di stato. Se questi sono i criteri di un complessivo rinnovamento, non servivano la parole di Monti, che ha fatto rinascere l’Italia nel mondo e si colloca al gradino più alto tra i premier mondiali.
Purtroppo per la Rai, forse non poteva far altro che ripetere stancamente quello che abbiamo sentito dal lontano 1975. Né si poteva affermare: siete tutti somari, avete dilapidato un patrimonio culturale ed economico per fini di bottega e personale ed ora la musica la suono io; come ho fatto per il bilancio dello stato e per le riforme che ho varato e che sto varando. Per onestà andrebbe detto che Lorenza Lei ha lavorato molto bene e avrebbe meritato di essere confermata. Ma la “politica” ha i suoi tempi e i suoi padroni. Ha aggiunto Monti: non era un concorso di abilità giornalistica o di direzione di canali. Per la scelta delle due cariche (presidenza e direzione generale) sono state privilegiati altri tipi di competenze, in particolare «quelle gestionali». Ma le competenze gestionali, non riguardano solo saper far di conto, capire i bilanci, la gestione varia da azienda ad azienda. In poco tempo il nostro presidente del Consiglio ha acquisito il verbo dei politici quello fatto di niente.
Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:10