«Lombardo ha distrutto l'Mpa»

Sta lavorando a quello che lui chiama «un vero progetto territoriale autonomista siciliano». Critica duramente il governatore Raffaele Lombardo che ha «con i fatti consacrato la fine dell’Mpa». Carmelo Lo Monte, deputato nazionale, già capogruppo alla Camera dell’Mpa, dal quale è uscito lo scorso giugno, e oggi al gruppo Misto di Montecitorio, salva Monti ma non risparmia i suoi ministri.

Domenica scorsa si è concluso il congresso dell’Mpa, di cui lei è stato uno dei fondatori. Come valuta questo ennesimo restyling del movimento e le dichiarazioni di Lombardo, secondo il quale, «il grillismo è una grande opportunità, lui ha seminato il terreno e noi possiamo fare i raccolto»?
Con la fondazione dell’Mpa abbiamo anticipato Grillo. Avevamo chiaro il concetto che il centralismo affogava la politica. L’Mpa era e doveva essere una risposta ai partiti nazionali e tradizionali che erano centralisti e personalizzati. Lombardo, però, dal giorno in cui è diventato governatore della Sicilia ha provincializzato e personalizzato il Movimento. Invece di essere un’alternativa al centralismo, l’Mpa è diventato, in miniatura, un movimento centralista.

A proposito di Lombardo, le sue annunciate dimissioni il 31 luglio sono anche la fine dell’esperienza dell’Mpa in Sicilia e delle sue ambizioni nazionali?
La fine del movimento l’ha consacrata Lombardo con i fatti. Da tempo aveva annunciato di voler sciogliere l’Mpa e mi pare che con questo congresso lo abbia fatto. Cambiare simbolo e non so quale altra cosa, la dice lunga. Egli stesso si rende conto di aver fallito.

Il suo gruppo come e dove si inserisce nel contesto elettorale dell’ottobre 2012 per l’Assemblea regionale siciliana e di quello del 2013 per il Parlamento nazionale? 
Sono abituato a guardare avanti e non penso di ritornare all’Ars, anche se comprendo bene che in questo momento la Regione ha bisogno di persone che affrontino i problemi e abbiano una strategia. In questi quattro anni il territorio è stato completamente messo da parte. Basti pensare che con il governo Lombardo le autonomie locali sono state spogliate del 40% delle risorse regionali. Se a questo si aggiunge il 50% delle risorse dello Stato alle quali hanno pensato Tremonti prima e Monti dopo, i territori sono completamente in agonia. Bisogna ripartire da qui per fare emergere la nuova classe dirigente.

Quindi il suo progetto parte dalle autonomie locali?
Esattamente. Il mio progetto è quello di cercare di mettere insieme amministratori locali che si intestino una vera svolta nel governo della Regione. E faccio un appello ai consiglieri provinciali siciliani, dal momento che il governo nazionale ha deciso di annullare o accorpare le province, affinché si mettano insieme a noi per fare una lista che porti avanti proprio le ragioni della territorialità.

Lei ritiene che i movimenti autonomisti, siciliani e non, possano essere determinanti per una maggioranza nazionale del 2013 alternativa alla sinistra e al centrosinistra?
Bisogna fare una distinzione. Ci sono movimenti, nati dopo l’Mpa, che rendendosi conto che il prodotto funzionava hanno cercato di scopiazzare e quindi di farne una fotocopia. I personaggi che li guidano non sono migliori di Lombardo. Non mi faccia fare nomi. Il protagonismo se lo devono intestare gli amministratori locali. Io non mi propongo per raccogliere poi i frutti personali, ma per mettere a disposizione le mie esperienze e le mie delusioni. Negli ultimi anni ho lavorato sui soggetti autonomistici e so perfettamente quali sono i limiti: la personalizzazione. Non c’è bisogno di grandi paladini o masanielli ma di mettere insieme la storia dei comuni virtuosi e farla diventare progetto politico. Io sto lavorando per questo.

Come si colloca lei politicamente, e in quale direzione andrà  questo suo progetto autonomista?
È poco importante dove mi colloco io, devo pensare innanzitutto a costruire  e far partire il progetto. Quindi, solo dopo si farà un congresso vero, non come quelli che fa Lombardo, e poi si deciderà la linea politica. 

In che rapporti è con il Pdl e con il suo segretario Alfano?
Secondo me Alfano sta lavorando bene, anche se purtroppo quando si diventa personaggi nazionali si perde il contatto reale con i problemi della gente. A me pare che Alfano abbia fatto questo errore: non si è quasi più interessato della regione.

Come valuta il governo Monti?
Ho stima e fiducia in Monti. Non condivido, invece, la maggior parte della sua squadra. Sono tutti personaggini che con troppa saccenza pensano che il Parlamento sia composto da pupi e ballerini.

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:04