Solo l'ennesima occupazione della Rai

Quando bisogna riformare il sistema, paradossalmente, il pericolo per gli onesti si fa più grande. Perché l’imperativo della sostituzione di quelli che si trovano ai vertici favorisce gli aspiranti in attesa del momento adatto con il falso messaggio: “Io rappresento il nuovo che avanza”, mentre è l’eterno vecchio in forzato stand up, in attesa dell’occasione propizia per potersi sostituire al nemico del momento.

L’ingenuità del popolo informato favorisce una nuova presa del potere da parte di personaggi fotocopia di quelli cacciati o che sono stati costretti alle dimissioni. E la giostra continua a perpetrare l’illusione del cambiamento.

Adesso si fa sul serio, gli avveduti consumatori di pettegolezzi, le gole profonde della gloriosa sinistra di lotta e di governo sono per il momento archiviati, entrano in scena gli occulti strateghi della politica per preparare l’occupazione dei posti che contano, presentando i curricula  dei compagni di partito, secondo il loro personale parametro della meritocrazia.

Un esempio? L’articolo del quotidiano La Repubblica del 6 luglio sulle virtù della mimetizzata compagna Lilli Gruber, che secondo l’articolista possiede il profilo perfetto per dirigere il Tg1. I titoli professionali sono aver incontrato Monti nell’ascensore, quando la Gruber era parlamentare europeo, ed il fatto che l’unica trasmissione alla quale ha partecipato Monti è stata quella della Gruber a La7.  Qual è la metodologia della occupazione dei posti di prima linea? Si inizia con un innocuo articolo di giornale, dove la proposta sembra arrivare dalla penna di un giornalista del tutto estraneo alla lotta per la posizione di comando, e che successivamente verrà ripresa da altri per poi approdare nella rosa dei candidati offerta a coloro che devono decidere secondo scienza e coscienza. Ma in realtà il nominativo è stato già designato nelle segrete stanze. Il capolavoro è la difesa ad oltranza della Rai, quale servizio pubblico a garanzia di tutti i cittadini, un ritornello che si ripete stancamente da 30 anni. Infatti, da 30 anni nella Rai si comprano e vendono i posti di comando, non con la sedicente meritocrazia, ma con il terrore, i ricatti, la diffamazione. 

Il disegno è grandioso: controllo dell’informazione e controllo di tutto il potere. E come mi approprio della Rai e del settore informativo? Con il solito metodo: delegittimo. Un vecchio gioco fatto di comunicazioni mendaci, di informazioni false con una stampa compiacente o comprata, avallato da squallidi personaggi venduti per una apparizione in video. Un tempo le anime indipendenti venivano etichettate come reazionari, nemici della rivoluzione, oggi si usano gli oscuri parametri della meritocrazia, della collusione con l’avversario politico, ritorsioni personali, estorsioni a danno degli spiriti liberi. L’occupazione della Rai continua da parte di troppi sedicenti liberali o comunisti rinnegati per quieto vivere e per interessi personali, intellettualmente vili, ortodossi per convenienza, pronti ad ogni tradimento, pacifisti a senso unico. Volutamente gregari per un effimero passaggio di carriera. Penosi conformisti trincerati dietro il falso dettato della legge. Non conoscono la libertà dalla paura, la paura di non apparire, venduti al mero interesse personale.

Il vero pericolo per la vita delle persone sono loro  perché subdolamente occupano tutti gli spazi del potere pubblico, mettono i loro uomini al servizio del partito-chiesa, si presentano come i riformisti, persone serie che vogliono solo il bene della collettività. Il bi-pensiero o il pensiero doppio, ovvero doppiopesismo. Il primo abolisce ogni pensiero indipendente, rovescia ogni concetto e ammette solo realtà coincidenti con quelle del Partito. Le menzogne si fondono su personaggi  squallidi, prezzolati, disposti a tutto pur di emergere dall’anonimato senza averne le qualità. 

In attesa dei nuovi vertici Rai si stanno precostituendo le credenziali a danno degli altri, senza poter vantare qualcosa di positivo. Si inizia con una campagna di insinuazioni e sospetti, costruita sul nulla, letture arbitrarie  e tendenziose di fatti personali, fatte da terzi, alle quali il Decidente non partecipa, per dare il segno di essere al di sopra delle parti. Manovre ben orchestrate dagli esiti certi. Fango e rumore nel tritacarne mediatico e politico con giornalisti - dipendenti, genuflessi agli ordini di scuderia per acquisire crediti da utilizzare per la carriera, per qualche apparizione in video, per fregiarsi di un successo non meritato. Condizionare, intimidire, delegittimare, al fine di costringere la vittima alle dimissioni, a chiedere il trasferimento. La libertà individuale è un pio luogo comune. Il tempo della ricreazione è scaduto lo spread, i mercati finanziari sono sordi ai giochini del bene comune, della finta democrazia, della falsa legalità, della politica con la ”P” maiuscola. L’attacco della speculazione non ha colore né appartenenze, guarda al risultato, travolge tutto e tutti. I tamburi dello stupidario nazionale smetteranno di suonare ed allora sarà troppo tardi per fermare la metastasi. Dove l’attività è pubblica si possono applicare i metodi dell’infamia, egemonizzare l’azienda piazzando ai vertici i fidi compagni, quelli che si piegano al comando.

Il loro agire politico è fatto di delazione, diffamazione, false accuse, utilizzando peones senza visibilità e traditori pronti a tutto, ai quali vengono offerte promesse non mantenute. Il ritornello è sempre lo stesso: per il bene dell’Azienda bisogna posizionare uno bravo, indipendente, al di sopra di ogni sospetto, che segnala il Partito rinnovato, ovviamente con criteri oggettivi, secondo competenza. Attaccare il Governo Monti è un esercizio facile, quanto sterile. Il professore fa quello che può: ha ereditato una bancarotta. L’eterno vero pericolo sono loro: la caricatura della sinistra democratica (il nome della ditta cambia a seconda delle convenienze). La strategia è sempre la stessa, dopo la sconfitta del modello collettivista, accettare a parole il libero mercato e nei fatti proteggere ed allargare la presenza dello Stato nell’economia. Chi vuole privatizzare è un nemico del popolo un bieco speculatore.

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:06