
La cosiddetta “teoria del caos” è, Wikipedia docet, «lo studio attraverso modelli della fisica matematica dei sistemi fisici che esibiscono una sensibilità esponenziale rispetto alle condizioni iniziali». Al fine di rassicurare ogni lettore, si può anticipare che, a dispetto del titolo, nessun riferimento diretto a complicati concetti fisici è presente all’interno delle circa duecento pagine che compongono La teoria del caos (2011, edizioni Salani), acclamato romanzo d’esordio della giovane scrittrice Sara Boero, la sua prima opera per adulti dopo il successo riscosso da precedenti volumi per l’infanzia.
Nessun complesso ragionamento su equazioni ma, piuttosto, una storia piacevole da leggere, appassionante, a tratti emozionante e divertente, caratterizzata dall’inizio alla fine, dal celeberrimo “effetto farfalla”, ovvero l’idea che piccole variazioni nelle condizioni iniziali siano in grado di produrre grandi variazioni nel comportamento a lungo termine di un sistema. La vicenda narrata dalla Boero segue le esistenze, non in ordine cronologico, dei due giovani Miriam ed Evan. È una storia d’amore, ma è tutto fuorché la classica storia d’amore, per la particolarità dei personaggi principali, in particolare di quello maschile, affetto da schizofrenia e perennemente in lotta con i propri demoni, e per la presenza anche di tematiche quali la vita, la morte e lo strano rapporto tra loro. Il racconto non ha alcunché a che vedere con i cliché amorosi dei romanzi da teenager, o le storielle profonde quanto una pozzanghera di giovani innamorati. Niente è lasciato al caso e tutto accade per seguire un piano preciso, ne La teoria del caos, tra storie che si intrecciano armoniosamente e particolari minimi, apparentemente ininfluenti che vengono trascurati e che, come nella vita, ritornano più avanti, giocando un ruolo fondamentale. E una funzione importante la assumono anche tutti i personaggi secondari ognuno dei quali ha però un compito, più o meno determinante, che si scoprirà solo più avanti.
È la teoria del caos, nella sua declinazione dell’effetto farfalla, che condiziona l’intero evolversi del romanzo, dalla prima all’ultima pagina, e che rende pressoché impossibile poter anticipare particolari più dettagliati, senza cadere nell’imperdonabile peccato dello “spoiler”, ovvero il rivelare in anticipo elementi essenziali e, di conseguenza, rovinare la lettura. Un romanzo d’esordio promettente, quello di Sara Boero - non a caso definita “una promessa già mantenuta” dalla nota autrice Bianca Pitzorno – che sembra preconizzare una lunga e fulgida carriera letteraria. Una piccola variazione nelle condizioni iniziali dell’offerta editoriale italiana che, chissà, un giorno potrebbe produrre grandi mutamenti nel comportamento a lungo termine sulla scena letteraria nazionale. Proprio come nell’effetto farfalla, proprio come nella teoria del caos.
Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 15:51