Berlusconi vuole davvero ricandidarsi?

Acque agitate anche in casa Pdl. A svegliare tutti come al solito ci ha pensato Silvio Berlusconi: si sente ancora decisivo e non vedrebbe male Monti sulla lunga distanza. La tentazione di essere l’artefice della grosse-koalition all’italiana è un richiamo troppo forte per l’ex premier, che ormai sembra essersi rassegnato di fronte alla realtà dei fatti: il Pdl, al momento attuale, non può aspirare ad una posizione di governo. Meglio quindi ripiegare sul governissimo che stare in una opposizione. Peraltro poco coesa, con Fli a dare schiaffi appena può, l’Udc che pare orientarsi verso il Pd e la Lega che al momento non è né carne né pesce. Le fratture interne al partito di via dell’Umiltà però sono in questo caso numerose.

Il contenitore politico del centrodestra italiano è in piena fibrillazione da dibattito interno, nella migliore tradizione dei partiti italiani, alla faccia della poca democrazia interna. E così Cicchitto ribalta subito la linea berlusconiana: «Quella delle alleanze future è una partita tutta aperta. Per quanto ci riguarda si può stare in maggioranza o all’opposizione, non ci spaventa. Fra l’altro stare all’opposizione rischia di essere anche una posizione relativamente comoda». E ancora: «Credo in un sistema elettorale fondato sull’alternanza fra i due maggiori partiti, il Pdl e il Pd». Anche Massimo Corsaro (ex An) dice la sua, e sembra abbastanza vicino a Cicchitto: «C’è una nutrita parte del partito che non è disponibile ad accettare soluzioni-frittata. E, se questa davvero fosse la strada, di certo il Pdl finirebbe per spaccarsi. Ma, ci tengo a dirlo, non per ritornare al vecchio assetto Forza Italia-An. Ci sono moltissimi ex azzurri che la pensano esattamente come me e che sono fermamente contrari a qualsiasi ipotesi di grande coalizione post elezioni 2013». Alfano pure non sembra tanto concorde con Berlusconi, anche se con toni diversi: dal palco delle “Governiadi” sul lago di Bolsena, il segretario pidiellino si dice certo che Monti non si presenterà alle prossime politiche. Il premier «è uomo di parola», sostiene Alfano, e non si contraddirà.

Angelino non esclude neanche che Berlusconi possa ricandidarsi ma alla fine, sottolinea, il Pdl sarà l’unica forza dei moderati dato che Casini ha scelto l’alleanza con la sinistra ed il Pd. Molto diverso invece l’orientamento di Maurizio Lupi. Il vicepresidente della Camera vede nella spending review addirittura una risorsa: «Berlusconi ha ribadito la nostra lealtà e non è pensabile che si voglia far cadere il governo. Ma certo, un partito che vuole ritrovare la sua identità deve avere una linea. Casini e D’Alema stanno facendo danni inenarrabili, ma hanno ragione quando dicono che il Pdl non può votare in maniera tricolore, cioè in tre modi diversi». Il Pdl deve cavalcare la sfida sulla spending review, sostiene Lupi. Alla fine del discorso, però: «La nostra proposta non può che essere alternativa al centrosinistra e questo non lo pensano solo gli ex An». E se anche Gasparri si dimostra contrario (la grande coalizione è «una prospettiva estranea alle strategie del Pdl») è proprio vero che Berlusconi somiglia sempre più a Fausto Coppi: un uomo solo al comando.

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:07