
Grillo scrive sul suo blog «non nominare il nome di Passera invano» ed aggiunge «in un altro paese la notizia dell’indagine della Procura di Biella su Passera sarebbe in prima pagina su tutti i giornali. In fin dei conti è il ministro dello Sviluppo economico della repubblica Italiana». «Il procedimento - spiega il procuratore di Biella Giorgio Reposo - originato a seguito di un’informativa di reato trasmessa dall’Agenzia delle Entrate, ed iscritto in data 14 luglio 2011, si riferisce ad ipotesi di reato relative ad operazioni finanziarie poste in essere da Biverbanca spa, con sede legale in Biella, all’epoca controllata da Banca Intesa spa di cui l’indagato era amministratore delegato ed esponente del comitato esecutivo». Ergo, l’iscrizione di Corrado Passera nel registro degli indagati (e per presunti reati fiscali) «costituisce un atto dovuto».
Corre obbligo domandarsi quanti “atti dovuti” contro Berlusconi, Storace ecc. sono invece stati strumentalizzati dalla stampa per chiederne le dimissioni? La grande stampa ed anche la cosiddetta “politica autorevole” invece ben si guarda dal chiedere le dimissioni di Passera. Anzi, campeggia sulle prime pagine il lungo colloquio che si è svolto tra il ministro e il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini in occasione del ricevimento presso la residenza dell’ambasciatore Thorne, per l’anniversario dell’Indipendenza degli Usa. Si riporta che tra Passera e Casini (entrambi palafrenieri d’un futuribile “grande partito cattolico”) c’è stato un fitto scambio di opinioni, e che è durato tanto nei giardini della residenza dell’ambasciatore.
Fa bene Francesco Storace a gridare «è talmente a garanzia di Passera il cosiddetto atto dovuto dei magistrati, che non ne parla praticamente nessuno».
Ma il caso Passera sottolinea nuovamente come il governo in carica sieda su d’una polveriera di conflitti d’interesse: Passera, Severino, Fornero, Patroni Griffi: tutti insieme sommano tali e tanti interessi che non potrebbero sedere nel Cda d’una municipalizzata, figuriamoci nel consiglio dei ministri. Un ministro tedesco per molto meno ha rassegnato le dimissioni. Da garantista occorre credere nell’innocenza di Passera fino a prova contraria, ma il silenzio dei media sicuramente è complice d’un conflitto d’interessi che va ben oltre il ministro. L’immagine di questo governo, che ha puntato tutto sui toni più grigi, sulla lotta all’evasione, sul risparmio al limite della tirchieria, ne esce profondamente ammaccata dalla sola disamina dei curriculum dei vari componenti. Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra, si dimise da ministro della Sanità per molto meno, e poi dimostrò la propria totale estraneità ad ogni accusa. Le accuse mosse a Silvio Berlusconi, soprattutto sulle sue passioni, ci fanno sorridere se messe a confronto dell’architrave d’interessi dei maggiori esponenti dell’esecutivo Monti. Passera, Fornero, Severino e Patroni Griffi si sarebbero dimessi persino nel Burundi: invece in Italia li ammantiamo come fossero salvatori della patria, ed anche Monti ha i suoi bei conflittucci e lo sa bene il salvatore della Parmalat.
Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:07