La prevenzione per proteggere i minori

«Mi sembra un recepimento un po’ frettoloso, con rischi interpretativi non banali, concordo con la prudenza e i dubbi interpretativi di Agcom». Il decreto Monti sulle modifiche al testo unico dei servizi di media audiovisivi per dare un ulteriore giro di vite alla tutela dei minori, ha colto alla sprovvista un po’ tutti. 

Alle perplessità di Vincenzo Vita, senatore Pd già sottosegretario con delega alle Comunicazioni ai tempi del varo della tv digitale, fa eco la prudenza di Deborah Bergamini, deputato Pdl recentemente indicata come possibile commissario Agcom: «per prima cosa è necessario leggere il decreto, è una materia delicata, quindi dobbiamo usare grande prudenza». Anche i consumatori sono abbottonatissimi «Non possiamo che accogliere con favore qualunque decisione venga presa a tutela dei minori - afferma marco Pierani di Altroconsumo -, per poterci mglio esprimere attendiamo di raccogliere elementi che ci consentano di fare una valutazione più precisa».

Prudenza, perché la tutela ai minori, tema su cui le convergenze tra i vari schieramenti sono fortissime, non è materia che si possa affrontare con leggerezza. La pluralità dell’offerta dei contenuti è infatti direttamente proporzionale a quella dei vettori con cui questi vengono trasmessi. Peraltro «le norme oggi in vigore sono molto stringenti» ricorda Bergamini, che del decreto Romani fu relatrice «più che irrigidirsi su una normativa già piuttosto pesante, basti pensare al parental control, bisognerebbe far sì che il controllo di quanto effettivamente messo in onda fosse più efficace». Parole che faranno fischiare le orecchie a quelle tv locali che, dopo la mezzanotte, mandano in onda un florilegio di tette e culi senza soluzione di continuità. «Il tema è nobilissimo - prosegue Vita - ma per raggiungere veramente l’obiettivo della tutela dei minori serve anche una maggiore attenzione alla pluralità delle forme di diffusione che si differenziano per le diverse modalità di tutela». «Bisogna ricordare - continua Bergamini - che i meccanismi sempre più stringenti sulla tv non possono venire adeguatamente bilanciati su una piattaforma come la Rete per sua natura incontrollabile. Il risultato potrebbe essere quindi quello di spingere ulteriormente sul web i minori, perché se da una parte è tutto vincolato e dall’altra è tutto libero, la scelta sarà facile». Il provvedimento ha il limite di regolare un solo vettore, quello peraltro sempre meno seguito proprio dai minori, ormai sempre più affabulati dalla Rete «La tv è un media semplice - continua Vita -,  c’è un palinsesto rigido, facile da verificare. Nei personal media, sulla rete, al contrario non c’è genitore che tenga. Ritengo prioritario spostarsi culturalmente dalla tutela basata sulla repressione a quella basata sulla prevenzione. La famiglia e la scuola sono fondamentali». 

Identica la conclusione di Bergamini: «È imprescindibile una presenza degli adulti, senza un rapporto constante e aperto tra genitori e figli non c’è decreto che tenga».

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:04