
Dopo il rigore economico in arrivo il rigore televisivo. Il governo Monti, «ha approvato un decreto che modifica il Testo Unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici, recependo i rilievi della Commissione europea, applicando i precetti suggeriti dal Comitato per la Tutela dei minori e distinguendo in modo più chiaro la diversità tra il regime delle trasmissioni lineari (in chiaro o a pagamento) e quello delle trasmissioni non lineari (o ‘a richiesta’)».
In sintesi il provvedimento eliminerebbe definitivamente la possibilità di inserire in un palinsesto televisivo film vietati ai minori di 18 anni e programmi che possano nuocere gravemente allo sviluppo psicofisico dei minori. Questi potranno essere offerti solo dietro specifica richiesta dell’utente. Apertura invece sui film vietati ai minori di 14 anni, sarà possibile una deroga alla forchetta 23.00 - 07.00 grazie all’introduzione del “parental control”. L’introduzione di questa possibilità per le tv in chiaro sarà possibile ovviamente solo quando il passaggio al digitale sarà completato.
Sulla pay tv, al contrario, il parental control è già ampiamente utilizzato.Fonti Agcom hanno spiegato come si debba attendere di conoscere il testo del decreto approvato dal consiglio dei ministri per capire se e come dover emendare il decreto Romani del 2 Aprile 2011; un lavoro non facile che richiederà il suo tempo. Il decreto infatti non distingue tra trasmissioni lineari e non lineari, ma tra contenuti destinati agli adulti e non, sulla base di criteri predeterminati. La fruizione non lineare, spiega Agcom, è da intendersi solo quella che consente all’utente di scegliere all’interno di un catalogo, premere il pulsante e vedere il film da quel preciso momento o di scaricarlo sul set-top-box per una fruizione successiva.
La definizione ultima di “non lineare / a richiesta” è la chiave di volta di questo decreto, differenti interpretazioni potrebbero alterare significativamente gli asset del settore “per adulti”. Qualora si abolisse senza eccezioni la visione lineare e/o near-linear dei film vietati ai minori, i canali porno low-cost potrebbero dover chiudere, a vantaggio di chi può offrire contenuti video on demand. Marco Crispino, amministratore di ContoTV, Tv leader nel porno low-cost, non ha alcuna intenzione di diventare l’agnello scrificale di questa normativa: «Aspetto di leggere il documento ma sono tranquillo.
Non si può infatti vietare la libera e consapevole visione di programmi per adulti tramite la trasmissione televisiva. Si vuole giustamente proteggere chi non ha specificatamente acquistato una offerta per adulti. Ad esempio non è possibile vendere una offerta Cinema e trasmettere all’interno di quella offerta programmi per adulti perché non esplicitamente richiesti. Per noi non e’ un problema perché le nostre offerte per adulti sono solo acquistabili separatamente dalle altre». Cosa centri tutto questo con la tutela ai minori non è chiaro.
Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:02