Il rito siciliano non può funzionare

In merito al dibattito che si è sviluppato all’interno di Fli a seguito di alcuni articoli de L’Opinione, pubblichiamo un intervento di Potito Salatto, eurodeputato del partito di Gianfranco Fini

Che all’interno di Fli si svolga un dibattito sulle prospettive del partito, delle alleanze e del sostegno al Governo Monti, è un dato di vitalità politica che certo non guasta.

Che Briguglio e Granata tentino di trasferire a livello nazionale la loro tesi siciliana di un rapporto forte e univoco tra Futuro e libertà, Mpa e Api in vista del rinnovo dell’assemblea dell’isola, è un fatto arcinoto. 

Solo due osservazioni. La prima: è impensabile che tale linea possa diventare nazionale. Secondo me sarà difficile anche perseguirla a livello locale perché le elezioni siciliane hanno inevitabilmente una valenza che va al di là del territorio e quindi dovranno per forza attenersi al quadro nazionale che verrà posto in essere in vista del 2013.

Secondo: è difficile che il rigore morale che caratterizza sia Briguglio che Granata sia compatibile con il sostegno e quindi l’alleanza con Lombardo, il quale, investito da ben note vicende giudiziarie, ha deciso di dimettersi dalla carica di presidente. 

E’ vero che, da garantisti quali siamo, sottolineiamo la presunzione di innocenza fino a condanna passata in giudicato, ma l’antipolitica imperante non fa sconti a nessuno e allora si pone un problema di opportunità politica. Dare l’impressione che la battaglia per la legalità e il rigore morale siano caratteristiche della politica dalle Alpi a Reggio Calabria, escludendo Palermo, sarebbe un grave autogol per l’immagine del partito. Mi auguro comunque che Fli, nell’assemblea nazionale del prossimo 30 giugno, sappia individuare una linea unica e omogenea alla quale tutti dovremo attenerci evitando esternazioni personali che male si addicono a un partito delle nostre dimensioni. 

Mai come in questo momento, se si è realmente classe dirigente, c’è bisogno di unità, razionalità, buon senso, per non sprecare il difficile compito affidato a Gianfranco Fini di indicarci ancora una volta una linea strategica vincente e convincente.

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:17