Fli litiga su tutto. Anche su Monti

Le parole di Carmelo Briguglio, deputato finiano della prima ora, hanno messo in subbuglio Futuro e libertà. «L’assemblea nazionale di Fli del 30 giugno ritiri la delega ad ABC e tolga a Monti l’appoggio senza se e senza ma. Basta!», aveva affermato il deputato due giorni fa. Tracciando di fatto un solco tra l’anima del partito che punta decisamente verso la costruzione di una destra alternativa a quella del Pdl, e quella  filogovernativa, fedele all’iniziale approccio terzopolista di sostegno alla linea dell’esecutivo. «Ma Briguglio non ha messo in discussione il nostro appoggio a Monti» osserva Gianmario Mariniello, coordinatore nazionale dei giovani del partito e considerato molto vicino al vicepresidente, Italo Bocchino. «L’istanza posta dal nostro parlamentare è formulata correttamente: sui provvedimenti del governo non possiamo essere d’accordo a prescindere dal loro contenuto». 

Anche Fabio Granata concorda con il collega, senza usare mezzi termini: « Non vogliamo farci più rappresentare da Casini, ma avere un rapporto diretto con Monti». Per poi chiosare: «Chi si sente rappresentato dal leader centrista, si iscriva all’Udc». Il dialogo con l’esecutivo non è però affatto compromesso a sentire Benedetto Della Vedova, capogruppo alla Camera ed esponente dei finiani più vicini al governo: «Su molti temi i tecnici interpellano i capigruppo. Ultimamente accade per quanto riguarda la riforma del mercato del lavoro. L’interlocuzione è dunque più che diretta, dato che Fli ha i suoi gruppi parlamentari e i suoi responsabili che si siedono allo stesso tavolo con i ministri».

L’allontanamento dagli alleati ex Dc ha rotto gli argini dell’ala di Fli che ha condiviso una militanza di lungo corso in Alleanza nazionale. Senza più la prospettiva futura di una sicura alleanza elettorale, il malumore nei confronti di Monti per interposto Casini sta affiorando alla superficie del dibattito: «Il problema che pone Granata è reale - conferma Mariniello – Ma il disfacimento del Terzo Polo è un copyright da attribuire esclusivamente all’ex presidente della Camera». Un ragionamento che trova concorde Benedetto Della Vedova: «Il Terzo Polo è un’esperienza che abbiamo alle spalle – ammette– Oggi occorre lavorare ad una proposta politico-elettorale che guardi in quella stessa direzione. Ma sappiamo bene che quella è una formula non replicabile». Ma il deputato ex radicale avverte i compagni di partito: «Per quel che mi riguarda uscire dalla maggioranza di governo non è un argomento all’ordine del giorno. Anche perché è impossibile attuare oggi scelte politiche che siano insieme di lotta e di governo». 

Il coordinatore dei giovani auspica una maggiore unità nel partito: «Se i nostri parlamentari si chiudessero in una stanza e decidessero cosa dire e come, farebbero un’opera meritoria». Per il futuro Mariniello auspica una rifondazione del centrodestra «a patto che Berlusconi non ne faccia parte». Secondo Della Vedova occorre elaborare «un’offerta politica convincente». Ma l’interlocutore privilegiato rimane l’Udc.

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:04