Anche Fli minaccia di staccare la spina

L'esternazione di Carmelo Briguglio ha creato non pochi imbarazzi all'interno di Futuro e Libertà. Uno dei tre triumviri che per primi si accodarono a Gianfranco Fini nel suo progressivo distacco da Silvio Berlusconi ha consegnato ieri a Twitter parole in netta controtendenza rispetto alla linea del partito: «L'assemblea nazionale di Fli del 30 giugno ritiri la delega ad ABC e tolga a Monti l'appoggio senza se e senza ma. Basta!». Un vero e proprio strappo, quello di Briguglio. Che da un lato ha lasciato interdetti i compagni di partito, che non si aspettavano una presa di posizione pubblica così netta. Ma dall'altro ha messo in luce quella che è da tempo la principale linea di frattura fra le truppe finiane. Divise tra chi vorrebbe essere la spina liberale nel fianco del governo, e chi, al contrario, vorrebbe tornare a fare politica nelle piazze rilanciando una nuova idea di destra. Una destra, come testimonia l'uscita di Briguglio, incompatibile con le sottili alchimie del governo tecnico. Due opposti schieramenti le cui forze sono difficili da contare.

Il sodalizio tra il deputato eterodosso e il capogruppo alla Camera Italo Bocchino è noto. Ma quest'ultimo evita accuratamente di esprimersi, e prende tempo: «Sarò impegnato tutto il giorno in un convegno, non posso rispondere», dice all'Opinione. Mentre il malumore dilaga nel partito. «È evidente che siamo in presenza di un punto di rottura», confida un autorevole dirigente futurista. «Briguglio e chi la pensa come lui sta tirando la corda per riorientare l'offerta politica del partito - prosegue - Quello che è sorto oggi è un nodo che Fini dovrà sciogliere». È "preoccupazione" la parola più usata in queste ore tra le fila dei fedelissimi a Gianfranco Fini. Come ammette la deputata futurista Angela Napoli: «Non concordo assolutamente con l'esternazione di Briguglio. Affossare il governo ora vorrebbe dire affossare l'Italia - prosegue Napoli - Occorre pressare il governo, emendare ciò che non va, ma bisogna supportarlo nella sua azione». Ormai è evidente che «nel partito ci sono due linee, e non capisco dove voglia andare a parare chi segue la posizione di Briguglio. Sono preoccupata». 

Dello stesso avviso Piercamillo Falasca, vicedirettore dell'associazione Libertiamo, il think tank di area liberale guidato da Benedetto Della Vedova. Che da mesi critica le scelte di Monti da posizioni liberiste, pur non avendogli mai fatto mancare l'appoggio politico di cui necessita. «Le riforme del governo, dalle pensioni al mercato del lavoro, vanno nella direzione auspicata - spiega Falasca - Ed è opportuno continuare a dare voce all'elettorato che ritiene che non ci sia alternativa alle scelte coraggiose che si stanno facendo in questi mesi». Falasca ammette che «occorrerebbe ridurre lo spread liberale che c'è tra il Monti editorialista del Corriere della Sera e quello che agisce da primo ministro». Nonostante ciò non ha affatto gradito le parole di Briguglio: «Esternazioni di questo genere andrebbero lasciate a Pd e Pdl».

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 15:45