Lusi potrebbe inguaiare gli ex Dc

«Lusi è stato solo un fedele ingranaggio», con queste parole un "grande vecchio" spiega che il tesoriere della Margherita sarebbe stato a servizio di una sorta di P5: struttura che nell'ombra della politica avrebbe lavorato all'edificazione di una «grande Dc di sinistra», in cui si sarebbero ritrovati vertici di sindacati e organizzazioni cattoliche, pezzi della vecchia e nuova Diccì, banchieri e vertici dello stato. Per mettere insieme un siffatto teatrino c'è bisogno di ungere, ed anche tanto, i binari di politica ed affari.

Tutta l'operazione sarebbe stata pagata con un decennio di finanziamenti pubblici gestiti dal tesoriere Lusi. Verità che getterebbe nel fango notabili centristi di Pd e dintorni, ma anche vertici sindacali, bancari e delle forze armate. Così la politica tutta opterebbe, piuttosto, per un Luigi Lusi gettato nelle segrete de le Château d'If, pur di occultare verità catastrofiche. Lusi potrebbe assurgere a nuovo Conte di Montecristo, rivelando al mondo intero chi sono questi potenti e quanti soldi pubblici hanno da lui ricevuto per approntare l'oscuro progetto politico. Ecco che per la "loggia bonapartista" è bene che "Edmondo" Luigi Lusi marcisca nelle segrete, che non parli della P5. «Mi vogliono mandare in carcere per non farmi parlare... Mi fido completamente della magistratura, sono sicuro che alla fine la verità verrà a galla», così Luigi Lusi chiede al Senato di votare domani contro il suo arresto. «Non ci sono elementi di pericolo di fuga e nemmeno possibilità di inquinamento delle prove o della reiterazione del reato - spiega Lusi -. Di scritto sulla richiesta del mio arresto c'è solo il pericolo che io parli con i media, con riferimento al maledetto colloquio privato trasmesso da un bandito su Servizio Pubblico».

L'ex tesoriere della Margherita racconta a SkyTg24: «Mi sono assunto tutte le responsabilità di un tesoriere di partito: ho applicato nei fatti un patto fiduciario che era stato negato da Rutelli, Bocci e Bianco. Ho messo in campo la restituzione degli immobili da aprile, e il fatto che essa venga negata dai responsabili della Margherita fa riflettere». Lusi sostiene che «su 194 milioni spesi in 11 anni non c'è una carta scritta. Il tesoriere è uno che esegue ordini verbali... Il patto scellerato è stato esattamente quello di aver accettato da parte mia di compiere operazioni, accettare una sorta di scambio, senza che nulla fosse scritto». Soprattutto, «c'era un collegio dei revisori, un comitato di tesoreria che controllava. Io non ero coperto, facevo tutto quello che mi era stato chiesto di fare all'interno di un sistema di relazioni fiduciarie. Ho gestito soldi per 11 anni. Dal 2007 al 2011, sono stati spesi per attività che non conosco». «Perché sono contrari alla richiesta di svelare tutti i conti della Margherita?», si domanda Lusi a SkyTg24. «Io l'ho chiesto, con una richiesta che processualmente non mi farebbe bene.

I magistrati hanno detto di no. E perché sono contrari i politici? Quale migliore occasione per verificare come le cose sono andate? Perché l'Assemblea di ieri è stata celebrata a porte chiuse inibendomi la partecipazione e sospendendomi il giorno prima? Qualcosa non quadra...». E noi notiamo che s'è parlato di tutte le "P" tranne che della "5".

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:15