
Segnatevi queste due cifre, 6 e 2, e cerchiatele con il lapis rosso e blu. Perché diventeranno molto presto l'incubo delle famiglie italiane in concomitanza con l'imminente pagamento delle cartelle esattoriali dell'Imu. 62%, infatti, è la quota del gettito complessivo dell'Imposta municipale unica che peserà in capo alle famiglie. E 6,2 miliardi, invece, è l'ammontare stimato dell'incremento di spesa per i nuclei familiari italiani rispetto ai tempi della vecchia Ici.
A dirlo è l'ultimo studio della Cgia di Mestre. Ma l'associazione degli artigiani e delle Pmi lancia un ulteriore allarme: il dato dello studio potrebbe anche essere sottostimato. Per calcolare il gettito Ici, infatti, è stata applicata l'aliquota media del 6,4‰. Per l'Imu sulla prima casa, invece, l'incasso previsto è stato tratto dalla Relazione tecnica del ministero delle Finanze, mentre quello relativo alle altre abitazioni è stato calcolato applicando l'aliquota ordinaria del 7,6‰. «Se si considera che moltissimi comuni stanno calcolando a rialzo le aliquote, la cifra finale in capo alle famiglie potrebbe essere molto più alta rispetto a quei 6,2 miliardi che abbiamo stimato» dichiara il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi.
Ecco nel dettaglio i risultati dell'indagine sul "peso specifico" dell'Imu nei portafogli dei capifamiglia: la Cgia ha stimato quanto hanno incassato l'anno scorso i comuni italiani con l'applicazione dell'Ici sulle seconde e altre abitazioni (circa 3,15 miliardi di euro) e il gettito previsto quest'anno con l'applicazione dell'Imu. Gettito che sulle prime e altre abitazioni dovrebbe garantire all'erario e ai comuni italiani 9,3 miliardi di euro: 3,4 miliardi provenienti dall'applicazione dell'imposta sulla prima casa; 5,9 miliardi di euro dalle altre abitazioni. «Una stangata - sottolinea Bortolussi - che rischia di deprimere ancor più i consumi delle famiglie che già oggi sono ridotti al lumicino». Ma non solo: «Se teniamo conto che anche chi rateizzerà il pagamento dell'imposta sulla prima casa si troverà a versare il saldo sotto Natale - aggiunge il segretario Cgia - corriamo il rischio che una buona parte delle tredicesime se ne vada per il pagamento di tasse e bollette. Una notizia che non farà certo piacere a quei commercianti ed artigiani che aspettano con trepidazione il periodo natalizio per rimpinguare il proprio fatturato».
Di motivi per non gongolare affatto, però, gli esercenti ne hanno già adesso che il magro Natale 2012 è ancora lontano: secondo le previsioni dell'associazione mestrina riportate la settimana scorsa da l'Opinione, infatti, l'Imu comporterà per le imprese aumenti medi annui che potranno raggiungere anche l'82% rispetto alle tariffe dell'anno scorso. Le città "maglia nera" dei rincari sono Caserta, Pesaro, Savona e Rovigo, dove le amministrazioni comunali hanno deciso di applicare l'aliquota massima del 10,6‰ sui capannoni industriali: l'aumento rispetto al 2011 toccherà infatti l'82%. In termini assoluti, gli aggravi oscilleranno tra i 749 euro di Rovigo e addirittura i 1.378 euro di Caserta. «Molte aziende non ce la faranno a sopportare il carico fiscale» vaticina Bortolussi. Così come, probabilmente, avranno seri problemi anche altrettante famiglie.
Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 15:59