Quelle scellerate parole sulla Rai

Anche un ex sottosegretario ha il diritto (ci mancherebbe pure!) di criticare chi vuole e di disapprovarne le scelte. Ed è un diritto che ha anche Daniela Santaché la quale, almeno a giudizio di chi scrive, non perde l'occasione per far male (politicamente, si intende) a se stessa e, indirettamente, anche a quel che rimane del Pdl.

Riferendosi alle nomine Rai, la Santanché ha sostenuto che Monti «dovrebbe darsi una calmata»: fin qui ci potremmo pure stare. Poi, purtroppo, c'è stato però anche un seguito a quella dichiarazione: «Io - ha precisato la politica cuneese - a Gubitosi e alla Tarantola avrei preferito Santoro, che almeno la tv la sa fare. Parliamoci chiaro: sono due personalità espressione del mondo bancario e Monti le ha messe perché di tv ne capisce poco. Chi fa fa, chi non fa insegna».

Ha ragione Arturo Diaconale quando, come ha fatto ieri su L'Opinione, ha espresso più di un dubbio sul fatto che si tratti di una genialità quella di «strappare surrettiziamente il controllo della Rai dal Parlamento per consegnarlo al governo tornando di fatto all'epoca della Prima repubblica». E poi, è bene ricordarlo, quella che viene definita "lottizzazione" da parte dei partiti altro non è che elezioni di rappresentati da parte del Parlamento che, a sua volta, è il simbolo della democrazia rappresentativa.

Ma l'ex sottosegretario per l'Attuazione del programma di governo è andata oltre, ha esagerato. Tarantola e Gubitosi potrebbero essere, invece, le persone giuste per sistemare un po' meglio, ad esempio, le finanze della tv di stato. I due designati saranno pure «due personalità espressione del mondo bancario», ma questo può anche non significare che non siano in grado di guidare la Rai.

Poi, da qui a dichiarare la propria preferenza per Michele Santoro ce ne passa. Anche perché quella del 'telepredicatore' è sempre stata un tv costosa e "partigiana" (nel senso di parte…). Però, evidentemente, la leader del Movimento per l'Italia a queste cose non ci fa quasi caso, impegnata com'è ad attaccare le proposte di nomina fatte da un governo sostenuto anche dal partito al quale lei appartiene e dando vita, così, all'ennesima circostanza che giustifica la recente, immane, batosta elettorale: i partiti che siano nel contempo di lotta e di governo, nella storia politica del nostro Paese, non hanno mai avuto storia lunga.

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:06