Una mozione Pd per sfiduciare Lombardo

L'ultima puntata della telenovela, "Il Pd, Lombardo e il governo tecnico", da quasi due anni in programmazione sugli schermi della politica siciliana, è andata in onda sabato scorso. E gli sceneggiatori non potevano non trovare un finale migliore: l'approvazione di una mozione di sfiducia nei confronti del presidente della Regione, Raffaele Lombardo, da presentare al più presto al Parlamento siciliano.

Un finale ad effetto che, con 68 sì, tre no ed un astenuto, ha scritto la parola fine all'alleanza del Pd con il governatore siciliano. Una mozione che sancisce la rottura dei democratici con il leader dell'Mpa, dopo il ritiro, qualche giorno fa, del loro sostegno al governo regionale in seguito all'inserimento in giunta di assessori politici. Un rimpasto non gradito al Pd per il quale «il governo Lombardo è diventato un comitato elettorale», riferendosi anche alla raffica di nomine dirigenziali. Il Pd, in vista delle prossime elezioni regionali, si "ricompatta", o meglio, cerca di rifarsi un'immagine davanti ai suoi elettori, salvando il salvabile, dopo la sonora sconfitta delle amministrative a Palermo e l'appoggio all'esecutivo regionale che ha spaccato il partito.

La sfiducia a  Lombardo, quindi, si può intendere come un atto squisitamente politico e pre-elettorale. D'altronde, perché approvare questa mozione se il governatore ha annunciato di dimettersi il prossimo 28 luglio? E perché mai, l'assessore alla Formazione, Centorrino (uomo di riferimento del Pd e con tessera del partito) è ancora al suo posto? Certo, bisogna avere la faccia di bronzo per tacciare questo «loro» governo di «immobilismo e di incapacità di dare risposte di sviluppo», come ha affermato il segretario regionale Lupo.

Ma al Pd le mozioni di sfiducia piacciono molto. Al duo Cracolici-Lumia e alla corrente Innovazioni che fa capo all'ex ministro Cardinale piaceva molto quella presentata, poi ritirata lo scorso 27 maggio, nei confronti del segretario Lupo. «D'altronde, qualcuno dovevano pur sfiduciare», ironizza Lombardo. E se il senatore D'Alia, coordinatore dell'Udc in Sicilia, plaude alla decisione dei democratici e si dice «pronto a iniziative comuni», anche in vista di  possibili alleanze per le elezioni regionali, il commento di Lombardo è inequivocabile: «Capisco che nella patria di Pirandello non c'è da meravigliarsi di alcunché, ma la storia della mozione di sfiducia del Pd contro il governo del quale hanno fatto e continuano a fare parte assessori di riferimento è veramente una farsa». E, questa volta, come dargli torto?

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:08