Il killer presunto e la sicumera della stampa

Su giornali, televisioni e internet campeggia da oltre un giorno il mostro di Puglia, Giovanni Vantaggiato: sessantottenne titolare di un deposito di carburanti agricoli a Copertino, un paese in provincia di Lecce. Dopo nove ore d'interrogatorio l'uomo, sposato con due figli, avrebbe ammesso: «Sì, quella bomba l'ho fatta io da solo. L'ho pensata e l'ho costruita».

È la svolta nelle indagini? E allora perché lo stesso capo della Polizia annuncia il tutto in maniera molto vaga?

E perché il procuratore di Lecce, Cataldo Motta (titolare delle indagini), ha escluso svolte imminenti ed ha aggiunto: «Quando ci saranno novità, le saprete»? 

La verità è che resta da capire il movente. L'uomo finora non ha fornito agli inquirenti un valido perché. «Siamo ancora in alto mare», si sarebbe lasciato sfuggire un inquirente: infatti Giovanni Vantaggiato alterna momenti di lucidità a fraseggio confusionale. Così, col trascorrere delle ore, si sono inseguite voci contrastanti, e nessuna conferma ufficiale del movente. S'è parlato di vendetta privata per problemi di debiti o risentimento verso il preside della scuola. O, ancora, che alla base del gesto di Vantaggiato ci fosse una truffa subita dall'importo considerevole. Vantaggiato sarebbe rimasto vittima di una truffa di oltre 300 mila euro per una fornitura di carburante e si sarebbe sentito vittima di malagiustizia? È un movente che va bene per il cinema, non può certo essere calato nella realtà rurale del Sud della Puglia.

Dopo nove ore d'interrogatorio Giovanni Vantaggiato avrebbe fatto le prime ammissioni. Questo non basta per farne un colpevole. «Il sospettato avrebbe una certa dimestichezza con le bombole e sarebbe in grado di realizzare l'ordigno che è esploso davanti alla Morvillo-Falcone», questo dicono gli investigatori.

Intanto il procuratore della Dda di Lecce, Cataldo Motta, ha detto che l'uomo fermato «ha confessato durante l'interrogatorio. La confessione non è soddisfacente, per cui le indagini comunque continueranno per completare il quadro investigativo». Quanto al movente «è uno degli aspetti - ha detto Motta - che non convince, non lo sa dire. Mentalmente sta bene. Ha ammesso la propria partecipazione ma per quanto riguarda il resto non è convincente». Il fermato, ha aggiunto Motta, avrebbe fabbricato da solo l'ordigno: «Non sappiamo se è l'uomo del video - ha concluso il procuratore della Dda di Lecce - non lo si può dire, fisicamente potrebbe essere compatibile».

«La chiave di lettura attendibile, credibile dell'attentato di Brindisi del 19 maggio scorso non la si può fornire», ha precisato il direttore della Direzione anticrimine centrale, Francesco Gratteri, riferendosi al movente dell'attentato per il quale è stato fermato Giovanni Vantaggiato.

«Lui non ha spiegato nulla, ha fatto riferimento generico a problemi economici, ha detto di avercela con il mondo. In realtà non ha voluto dire alcunché, ma questo non priva di credibilità le sue ammissioni», ha aggiunto il procuratore della Dda di Lecce su quanto raccontato da Vantaggiato. Di fatto la versione del fermato non ha convinto gli inquirenti, tanto che chi indaga sospetta che Vantaggiato stia nascondendo qualcosa. «Come si arriva a parlare del movente - dice un investigatore che l'ha interrogato - si chiude e non fornisce versioni plausibili». 

L'unico che ha commentato positivamente l'arresto è stato Nichi Vendola, che ha illustrato gli sviluppi dell'inchiesta sulla strage di Brindisi ai cronisti, a Montecitorio. E perché la Puglia è una Regione sicura, dove la morte non t'aspetta dietro l'angolo: quel taglio di palazzo, infatti, potrebbe crollarti addosso da un momento all'altro. È capitato con la scuola di San Giuliano di Puglia (sul confine Puglia-Molise), poi a Barletta, a Bari e ieri a Conversano. Ed in tutta quest'insicurezza, solo Vendola non dubita che Vantaggiato salverà sui media la Puglia che crolla.

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 15:58