Il partito cattolico aspetta Passera

«La buona politica per tornare a crescere». Con questo manifesto, dieci pagine e svariati temi, i cattolici di Todi scendono nuovamente nell'agone dell'attualità. Pochi giorni fa, a Roma, è andata in scena la presentazione del seminario che si terrà nell'ottobre prossimo, sempre in Umbria, nello stesso convento francescano dove partì la fase uno. Quella in cui le sette associazioni cattoliche diedero una sonora spallata al governo Berlusconi, forti di top player come Passera, Riccardi e Ornaghi, oggi ministri. D'altronde nella prima apparizione, l'auspicio dei cattotodisti era «un governo tecnico di larghe intese o di responsabilità». Esattamente lo scenario che si sarebbe materializzato di lì a poco.

Oggi, tra incertezze politiche e malesseri sociali, il cartello delle associazioni torna a far sentire la propria voce. Che poi è quella delle Acli, della Cisl, della Confartigianato e della Compagnia delle Opere, per dirne alcune. Secondo i calcoli del sindacato di Bonanni, le sette sorelle cattoliche raccoglierebbero un bacino di 10 milioni di iscritti e potenziali elettori. Una cifra talmente importante da far dire al presidente delle Acli, Andrea Oliviero, che «sette organizzazioni sociali come le nostre potrebbero fare un partito. Il mondo cattolico, i vescovi, ci chiedono di svolgere il nostro ruolo di corpi intermedi, di non estraniarci dall'impegno politico, ma senza puntare a un partito cattolico in senso stretto». Detto così è tutto e niente, ma poi, andando a sondare gli umori delle associazioni, emergono recessione e problemi sociali, temi come la riforma della legge elettorale (con le preferenze) e il nodo dei finanziamenti ai partiti. Insieme alla necessità di attuare una fase operativa sui territori, gli stessi in cui Grillo ha fatto man bassa di voti e malcontento. Il ritornello dei post-Todi è il solito: "grande libertà di interlocuzione" con i partiti.

Ma l'idea sempre più forte pare quella di larghe intese orientate ad una federazione che riunisca forze liberali e riformiste. Dalle parti dei cattotodisti si preferisce ragionare su idee e programmi, piuttosto che sui nomi, sempre più spesso generatori di ossessioni slegate dai contenuti. Eppure, anche sul friabilissimo terreno del toto-leader pare materializzarsi qualche dato di massima. Che la carta d'identità di Corrado Passera sia tra le più gradite nel conclave umbro non è certo una novità. Che quella di Montezemolo lo sia sensibilmente meno è altrettanto palese. Al momento però, questi crucci non paiono urgenti per il forum cattolico che rimanda ogni discorso al prossimo convengo di ottobre. Nel frattempo Rocco Buttiglione prova a muoversi prima di tutti. Intervistato da Italia Oggi, accoglie il nuovo manifesto come «un segnale di grande vitalità» e lancia la sfida elettorale: «con i cattolici di Todi e con chi ci sta vorrei stilare insieme la lista delle prossime elezioni politiche».

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 15:31