Il laboratorio Sicilia che guarda a Roma

In Sicilia il governo regionale non ha più la maggioranza e alcuni deputati, in ordine sparso, sono pronti subito a porre fine alla legislatura con le proprie dimissioni o con una mozione di sfiducia nei confronti del governatore. I partiti sono in fibrillazione e si sta assistendo ad  un valzer di assessori  in giunta a due mesi dalle annunciate dimissioni del presidente della Regione Raffaele Lombardo. Le grandi manovre in vista delle elezioni regionali previste per il 28 ottobre ( propedeutiche alle politiche del 2013) e del dopo-Lombardo sono già iniziate.

Il "laboratorio" Sicilia ha aperto i battenti nel complicato quadro politico dell'Isola dove l'alchimista Lombardo, nonché leader dell'Mpa, con il suo mini-rimpasto e l'inserimento in giunta di esponenti politici di Fli e Api, ha scritto la parola fine al suo governo "tecnico", con il conseguente ritiro del sostegno del suo indispensabile alleato, il Pd. Una mossa strategica, quella del presidente della Regione, che  fornisce un alibi ai democratici per sganciarsi, al momento, dall'imbarazzante appoggio a Lombardo, «la cui vicenda giudiziaria non è secondaria per un partito come il Pd», ha affermato il capogruppo all'Ars dei democratici, Cracolici.

Manovre politiche e di potere, quelle di Lombardo, per  dare vita ad un governo che, proprio perché si è a due mesi dalle sue dimissioni, ha solo un significato: quello di un esecutivo elettorale. Non solo. Con il chiaro obiettivo delle elezioni, Lombardo, ora più che mai, padre padrone della Regione e dell'Mpa, diventa anche il tassello forte del Nuovo Polo. È evidente in Sicilia, e desta preoccupazione a Roma, che il governatore siciliano si inserisce nelle decisioni interne al Pd e tende a rafforzarsi per essere determinante interlocutore non solo per la presidenza della Regione, ma anche per la formazione della nuova maggioranza nazionale per le elezioni politiche del 2013. Peraltro, l'entrata dei grillini nella scena politica, che sottrarranno elettori sia a destra che a sinistra, rende importanti le posizioni marginali dei partiti minori come l'Mpa.

In questo quadro politico, in cui i partiti tradizionali sono usciti a pezzi dalle amministrative e il forte astensionismo ha confermato la disaffezione degli elettori al voto, s'inserisce la nuova iniziativa politica di alcuni deputati del Pdl, capitanati dal capogruppo all'Ars Leontini, e di quelli dell'intero gruppo del Pid di Saverio Romano. E' un avvio di un confronto su programmi e progetti in vista delle prossime Regionali con l'obiettivo di costituire un nuovo soggetto politico non in contrasto con il Pdl.

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:06