La stampa venera le

La Procura di Roma autorizza l'apertura del sacello nella basilica di Sant'Apollinare, e subito i giornalisti raccontano di altre ossa. Non d'un intero corpo, ma di frammenti rinvenuti accanto al corpo del boss della Banda della Magliana. Ai pennaioli non viene in mente, nemmeno per sbaglio, che possa trattarsi d'un ossario limitrofo, o di reliquie di santo che il De Pedis abbia voluto con se nell'Eterno. Il giorno dopo la bubbola della grande stampa viene a galla. L'analisi degli esperti rivela che trattasi di «reperti risalenti all'epoca pre-napoleonica».

Ora le indagini dovranno rivelarci se quelle ossa siano finite per caso accanto a De Pedis o se il boss le abbia deliberatamente chieste a suo fianco. Nel primo caso si tratterebbe d'una fortuita vicinanza: nel 2005 c'è stata una ristrutturazione dell'intera basilica, che ha riguardato anche i locali dell'ossario, e qualche particolare è entrato in contatto con altre spoglie morali. Ma se si trattasse d'un reliquiario? Allora la vicenda acquisterebbe il crisma della santità. La tomba del boss varcherebbe finalmente la porta della sacralità, al pari dello scrigno di San Bonifacio nell'eremo di Warfhuizen.

Chissà che anche Renatino, ormai affrancato dalla malavita da strada, non abbia desiderato accanto a se un frammento d'osso di san Benedetto da Norcia o qualche reliquia di Bernardo di Clairvaux. Perché la Banda, checché ne dicano certi, dopo la vicenda del Ponte dei Frati Neri s'era intrisa d'una certa luce esoterica. E De Pedis avrà pure pensato «dato che abbiamo fatto 30 facciamo anche 31»: le sacre reliquie sono capaci di miracoli e guarigioni. Poi le ossa del defunto in compagnia di reliquie vengono sempre esposte alla venerazione dei fedeli: a De Pedis è toccato, sono anni che giornalisti e magistrati fanno pellegrinaggio a Sant'Apollinare per il boss della Magliana. Non dimentichiamo che nelle ricorrenze le ossa vengono portate in processione: ora è iniziata la processione delle reliquie di De Pedis. Non meravigliamoci d'un eventuale sorpasso del potere temporale: la Procura potrebbe ordinare per le spoglie del boss una sepoltura in reliquiario trasparente, così da non indurre più in errore, come già toccò a Papa Alessandro I.

Ecco che la tradizione cattolica salva la stampa tutta: per farci dimenticare la bufala, possono scrivere d'una nuova idolatria, e che da oggi non c'è boss della criminalità che non sogni di trapassare con a proprio fianco una reliquia di San Renato de Pedis. Poi magari il miracolo: resuscita Renatino e grida alla stampa tutta «A cazzari!».

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:01