
A gettare acqua sul fuoco su terrorismo ed eventuali insorgenze rivoluzionarie, causate dalle metodiche di Equitalia e governo, questa volta è Antonio Manganelli, il capo della Polizia. «La fase che il paese attraversa - sostiene Manganelli - è di tensione sociale come quelle che ciclicamente capitano a causa di crisi occupazionali, precariato e che creano malcontento ed effervescenza». Di diverso avviso molti prefetti: temono gli assalti ad Equitalia possano innescare situazioni di guerra civile.
La solidarietà del presidente del Consiglio, Mario Monti, è tutta con gli esattori: giovedì incontrerà i dirigenti di Equitalia, per manifestare «solidarietà contro le numerose intimidazioni ai danni dei dirigenti della società che riscuote tasse e contributi per stato centrale, enti locali e organismi pubblici convenzionati». La visita di Monti precederà venerdì 18 maggio, giorno della grande manifestazione al grido "pignoriamo Equitalia": si svolgerà in una Napoli blindatissima, vedrà schierati da una parte esercito e polizia e dall'altra centri sociali, disoccupati organizzati e vari esponenti dello spontaneismo di piazza.
Qualche beninformato suggerisce che si potrebbe trasformare in un bagno di sangue. Già sui siti esteri si legge che "l'esercito protegge Finmeccanica ed Equitalia", "L'Italia usa l'esercito per arginare la violenza politica", "Attentati anarchici in Italia: Roma alza lo stato d'allerta e mobilita l'esercito". Un coro unanime da Reuters a Les Echos, da Chicago Tribune a Nouvel Observateur. La manifestazione di Napoli del 18 potrebbe salutare il cambio di passo da parte dei manifestanti che, non accettando le difese di Equitalia da parte del governo, aggredirebbero simbolicamente la società di riscossione, a costo d'un violento confronto con i difensori dello stato.
Il prefetto di Genova è stato il primo a riunire il "comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza" e, sentiti questore e comandante provinciale dei Carabinieri, ha subito aperto alla possibilità d'impiegare l'esercito nella «tutela a enti sensibili come Equitalia, o a docenti dell'università di Genova che per la loro specializzazione potrebbero entrare nel mirino degli anarchici informali». Quindi un duplice uso dell'esercito: contro attacchi terroristici e per scoraggiare l'assalto d'uffici pubblici da parte di dimostranti.
«Sui rischi che possono conseguire da situazioni sociali indotte dalla crisi - ha affermato Michele Vietti ,vicepresidente del Csm - condivido assolutamente quanto recentemente detto dal presidente della Repubblica: nessuno si illuda che lo stato abbassi la guardia e che si possano riprodurre scenari definitivamente consegnati al passato». La strategia contro Equitalia vede un confronto violento aperto, alla luce del sole e in piazza. Invece la nuova eversione si regge su un robusto reticolato italiano ed internazionale.
Sul web è comparsa una lettera dal carcere del brigatista Roberto Morandi. Il militante delle Brigate Rosse-Partito Comunista Combattente (condannato all'ergastolo per gli omicidi di Marco Biagi e Massimo D'Antona) rende «onore al compagno Mario Galesi dirigente rivoluzionario militante delle Brigate Rosse per la costruzione del Partito Comunista Combattente, caduto nove anni fa combattendo per il comunismo». La missiva firmata «il militante delle Br-Pcc Roberto Morandi», è pubblicata sul sito Soccorso rosso internazionale. «Cari compagni e compagne - scrive il brigatista - è il momento di una fase storica in cui un nodo dell'alternativa tra barbarie imperialista da un lato e presa del potere politico da parte proletaria dall'altra si pone in termini sempre più pressanti, oggettivi e drammatici di fronte alla classe». La lettera si conclude così: «Proletari di tutti i paesi uniamoci!».
La lettera è stata diffusa ieri, e oggi a Milano si apre il processo d'appello "bis" alle cosiddette "nuove Br" del Partito comunista politico-militare. La Corte d'Assise d'Appello di Milano aveva emesso 13 condanne nel processo scaturito dalle indagini del procuratore aggiunto Ilda Boccassini. Sembrava fosse stata smantellata l'organizzazione che si rifaceva alla seconda posizione delle Br, l'ala "movimentista": invece la gambizzazione dell'ingegner Adinolfi ci dice che il movimentismo è vivo e vegeto.
Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:01