
Tonfo per Monti, esplosione per Grillo. Potrebbero essere
sintetizzati così i risultati più significativi dell'ultimo
sondaggio realizzato da Spincon.it per L'Opinione. Ma andiamo con
ordine. Rispetto a due settimane fa, il job approval del premier è
letteralmente crollato, con oltre sette punti percentuali persi dal
43,1% al 35,9%. Causa di questo tracollo, in primo luogo, è il
numero di elettori che esprime un giudizio "molto negativo"
sull'operato di Monti, passato dal 24,4% al 32,2%.
Insieme a quello del premier, negli ultimi quindici giorni è sceso
- in misura minore - anche il job approval del governo nel suo
complesso, che passa dal 34,2% al 33,1%. Sembra, insomma, che sia
il presidente del Consiglio sia il suo governo siano arrivati a
toccare il "fondo" di un livello di consenso ormai quantificabile
in un terzo dell'intero corpo elettorale. Se questa ipotesi abbia
un qualche fondamento, lo scopriremo nelle prossime settimane.
Intanto, il differenziale del job approval di Monti tra chi esprime
un giudizio "molto positivo" (6,4%) e chi ne esprime uno "molto
negativo" (32,2%) - quello che Scott Rasmussen in Usa chiama
"approval index" - scende al -25,8% (dal -16,6%), mentre quello del
governo passa dal -22,2% al -30%.
Se il sondaggio di Spincon.it, effettuato nei giorni precedenti e in quelli successivi alla tornata amministrativa, rileva un significativo scollamento tra il corpo elettorale e l'esecutivo, dati ancora più significativi possono essere estrapolati dalle domande sulle "intenzioni di voto".
Analizzando le performance dei partiti, infatti, si nota immediatamente la crescita impetuosa del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, che guadagna quasi cinque punti percentuali in sole due settimane e, partendo da un già ragguardevole 7,3% arriva addirittura al 12,1%. Questo scatto in avanti di M5S, che secondo Spincon.it diventerebbe dunque la terza forza del panorama politico italiano, toglie percentuali di consenso (virtuale) a tutti gli altri partiti. Con la sola macroscopica eccezione de La Destra di Francesco Storace, che continua la sua crescita costante nelle rilevazioni Spincon e passa dal 3,6% al 4% (+0,4%).
Tutti gli altri, chi più e chi meno, perdono voti. Il Pdl, soprattutto, che scende dell'1,3% e passa dal 21,6% al 20,3%, sempre più distante dalle sue ultime performance nazionali. Se il Popolo della Libertà è in forte flessione, però, il Partito democratico non sembra affatto trarne giovamento.
In netta flessione anche le forze del Terzo Polo. L'Udc accusa la perdita maggiore e scende dal 6,3% al 5,5% (-0,8%), mentre Futuro e Libertà non riesce a frenare l'emorragia di consensi che ha colpito il partito di Fini ormai da qualche mese. Fli scende al 2,9% dal 3,4% di quindici giorni fa (-0,5%). Presente con un dato proprio, per la prima volta nei sondaggi di Spincon.it, anche Grande Sud (precedentemente inserita nella voce "Altri"), che raccoglie un discreto 1,2%. Appena percepibile, invece, almeno a livello statistico, l'altro "esordio" di questa settimana, il Partito Socialista che debutta con lo 0,4%. Meglio dell'Alleanza per l'Italia di Francesco Rutelli, che si ferma allo 0,3% (-0,1%) dietro anche agli alleati dell'Mpa che raccolgono lo 0,5% (-0,1%).
Chiudiamo con i Radicali italiani, in leggerissima flessione rispetto all'ultimo sondaggio (2,8% contro 3%) e con i Verdi, stabili al 2,5%. L'ultima domanda del sondaggio di Spincon.it cercava di quantificare l'elettorato potenziale del Movimento 5 Stelle. Anche in questo caso il risultato dei "grillini" è stato superiore alle aspettative. Alla domanda «Ha mai preso in considerazione l'ipotesi di votare per M5S», infatti, il 25,2% del campione ha risposto positivamente (contro il 72,3% che ha risposto negativamente e il 2,4% che ha preferito non esprimersi). Il "tetto elettorale" del Movimento 5 Stelle, insomma, è stato individuato da Spincon.it in un quarto dell'elettorato nazionale. Davvero niente male, per un movimento che appena qualche mese fa si dibatteva al di sotto della soglia di sbarramento prevista dall'attuale legge elettorale. Se poi Beppe Grillo e i suoi riusciranno a trasformare questa "potenzialità" in un capitale politico da spendere a livello nazionale, questa è tutta un'altra storia.
Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:01