Bossi si ricandida, la Lega lo scarica

Salvo clamorose svolte, Umberto Bossi non sarà il prossimo segretario federale della Lega Nord. Il Senatùr, al congresso del Carroccio del 30 giugno - 1 luglio, non si ripresenterà, nonostante quanto dichiarato a margine della manifestazione leghista di Zanica (Bergamo). A rivelare che Bossi non sarà il segretario federale della Lega, per lui è pronta la carica di presidente onorario, è una fonte del movimento ai massimi livelli. L'uscita del presidente del Carroccio non è quindi da prendere in considerazione, in quanto non condivisa con i triumviri e soprattutto con Roberto Maroni. In sostanza, Bossi avrebbe risposto alla domanda dei giornalisti soltanto con il cuore ma senza pensare esattamente alle conseguenze delle sue parole. L'ex ministro delle Riforme resterà inoltre presidente federale. Quanto al segretario federale restano due ipotesi. La prima: Maroni leader forte e con pieni poteri. La seconda: Giancarlo Giorgetti segretario ma affiancato da due vice (Luca Zaia e Roberto Cota) e da una potente segreteria politica.

Il dibattito all'interno del Carroccio è comunque incandescente e il futuro tutt'altro che privo di incertezze, d'altronde l'eredità del Senatur, con i suoi oneri e onori, sarà difficilissima, qualunque sia il designato, da sorbire. Insomma il partito di via Bellerio è sempre più spaccato, tra bossiani e rivoluzionari. Contro la ricandidatura di "Re Umberto" si schierano tutti i leghisti del nordest oltre che i maroniani, i quali da tempo hanno voltato pagina. Tra quest'ultimi sta uscendo fuori con prepotenza la figura di Attilio Fontana, sindaco di Varese (roccaforte dell'ex ministro dell'Interno), e alter ego, con un pizzico di sfrontatezza in più, di Roberto Maroni che ieri ha rotto gli indugi e soprattutto stralciato il doveroso rispetto verso il "vecchio" leader, annunciando che il  prossimo segretario della Lega Nord non sarà Bossi ma l'ex capo del Viminale. Il Senatùr «ha dato la sua disponibilità qualora ci fossero tensioni nel movimento. Ma non sarà necessario che lui si ricandidi. La gente ha già indicato chiaramente chi vuole come futuro segretario e penso proprio che sarà Maroni». Il primo cittadino di Varese ha spiegato anche che «non ci saranno due vicesegretari e che Bossi resterà presidente». 

La pattuglia dei bossiani si sta chiaramente assottigliando, dalla parte dell'ex ministro per le Riforme sono rimasti solamente alcuni esponenti della vecchia guarda, come l'ex viceministro Roberto Castelli, e del "famoso" Cerchio Magico il cui peso politico, però, all'interno della Lega è crollato con lo scoppio del recente scandalo che sta travolgendo parte della famiglia del Senatùr e che ha portato all'espulsione di Rosi Mauro.

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:13