Sindacati in piazza a spese nostre

Pulizia, presidi sanitari, occupazione di suolo pubblico, trasporti aggiuntivi... anche questa volta il concerto romano del primo maggio avrebbe dovuto pagarlo il Comune di Roma. Abitudine consolidata. Ma la crisi abbinata alle tasse (sui romani grava l'Imu più cara d'Italia) ha portato il sindaco Alemanno a negare la sponsorizzazione comunale e a chiedere a Cgil, Cisl e Uil il «pagamento anticipato per l'occupazione del suolo pubblico». «Tutti gli organizzatori di eventi a Roma - spiega Marco Marsilio (deputato del Pdl) - grandi o piccoli che siano, dalle associazioni di volontariato cattoliche ai partiti politici, sono tenuti a pagare i costi sostenuti dall'amministrazione.

Solo i sindacati, con arroganza e prepotenza, pretendono di esserne esentati a danno dei cittadini, nonostante il concerto del primo maggio sia diventato un evento prevalentemente commerciale, che incassa ingenti diritti televisivi da un'azienda pubblica come la Rai e risorse importanti da sponsor privati». Marsilio avrebbe chiesto ufficialmente al sindaco Alemanno «di procedere al sequestro di un cantiere abusivo e illegale». «Hanno idea Cgil, Cisl e Uil di quanti asili nido, ad esempio, avremmo potuto costruire con i soldi finora non ricevuti dal 1991 ad oggi?», si domanda il deputato Pdl. Intanto, nella sinistra Milano di Pisapia i sindacati pagano l'occupazione di suolo pubblico più cara d'Italia, e per eventi dieci volte minori del concertone romano del primo maggio.

Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, tenta di gettare acqua sul fuoco, quindi invita Gianni Alemanno sul palco. «Sono 22 anni che facciamo il concerto, arriva il sindaco Alemanno e vuole essere pagato. Nessuno ci ha mai chiesto niente», ammette Bonanni. «Il concerto del primo maggio non è a pagamento, è un evento nazionale che si svolge a Roma...», esclama il segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio Claudio Di Berardino.

Il Concertone romano è ormai da 22 anni la meta preferita di giovani disoccupati, studenti, fancazzisti di professione... tutta gente che nel mondo del lavoro vero c'è sempre passata di striscio. L'evento mediatico gode della sponsorizzazione della Rai, azienda pubblica che obbliga gli italiani al pagamento del canone. Come se non bastasse, i sindacati vendono i diritti dell'evento alle televisioni (anche straniere) ed in forza degli artisti che s'esibiscono (davvero gratis?).

Solo il Concertone pare incassi quasi 800milioni d'euro in diritti televisivi, a cui s'aggiungerebbe un ricco indotto d'iniziative commerciali. Se si sommassero tutte le manifestazioni similari che attraversano lo stivale, ci si accorgerebbe che (con la sola eccezione di Milano) i sindacati tutti usano a scrocco dei contribuenti piazze e strade. Anche la tassa sui rifiuti viene riversata sui cittadini, perché dopo il concerto corre obbligo spazzare da piatti e lattine. Ergo, i sindacati non pagano la Cosap ma incassano sponsorizzazioni e diritti televisivi. Evidentemente, scarseggiando nuovi iscritti, la Triplice s'è convertita allo show business.

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:12