Rivolta fiscale, disubbidienza civile. Chiamatelo come vi pare, ma il boicottaggio dell'Imu è cosa buona e giusta. Perché una tassa del genere contribuisce a rendere ancora più prona la posizione di cittadini ormai ridotti allo stremo da balzelli e oboli vari. Alcune cose vanno però chiarite, altrimenti si rischia di rimanere travolti dal solito circuito demagogico-mediatico.
Il "Lega Unita Day", con gli oltre 500 sindaci che vi partecipano, è una manifestazione che rischia di diventare unicamente una mossa del Carroccio per riguadagnare un po' di favore elettorale, una pulizia di immagine dopo le vicende che hanno travolto Bossi e famiglia. Se poi servirà ad evitare il pagamento dell'Imu ben venga, e va bene pure se sarà una vittoria che la Lega poi sbandiererà in campagna elettorale, ma considerando che l'obiettivo primario non è l'interesse dei cittadini bensì un po' di sana campagna elettorale, difficile che raggiunga lo scopo di abolire la tassa sulla casa. E il discorso può ampliarsi anche agli altri amministratori locali (non leghisti) che in queste ore stanno manifestando la loro avversione all'Imu. Perché anche in questo caso l'impressione è che più che evitare il pagamento della tassa, si voglia rendere esplicito un concetto: "Vogliamo far capire alle persone che si chiama Imposta municipale ma la incassa lo stato". Ecco dunque il punto: se la Lega sull'Imu ci vuole giocare la sua campagna elettorale, gli altri vogliono evitare che la colpa ricada su di loro. "Quei soldi non li incassiamo noi, sia chiaro", questo il messaggio.
Non ci vuole allora molto per capire che, in questo modo, la disobbedienza civile non porterà da nessuna parte, perché rischia di trasformarsi in uno spot con molto appeal sul cittadino, dietro il quale però non c'è alcuna strategia. Così come l'idea di rescindere il contratto da Equitalia è una iniziativa senza un senso a lungo termine. Perché le tasse vanno pagate, ma bisogna evitare le opere si "simil-strozzinaggio" che mette in campo Equitalia. Più che eliminata, dunque, va modificata. Ed infatti il sindaco di Milano Pisapia, da gran furbacchione, dice che è una buona idea ma che al momento è meglio «la facciano i comuni più piccoli» che «hanno meno problemi a farlo». Per la serie vai avanti te, che mi vien da ridere. Alla fine, questa montagna anti-Imu partorirà un topolino. Una vera disobbedienza civile non deve fondarsi su cosa non va fatto (l'Imu), ma su cosa va fatto. Ovvero, liberalizzazioni reali, defiscalizzazione per le imprese e taglio dell'imponente e costosissima macchina burocratica.
Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 15:56