Il 25 aprile della Brigata Ebraica

Il 25 aprile è una festa di una sola parte dell'Italia. A Roma è stata l'occasione per escludere dalla celebrazione storica le autorità locali, giudicate "fasciste". A Milano, invece, è stata molto più tollerante del solito.

 Nella città simbolo della liberazione, da un decennio, l'Associazione Amici di Israele sta conducendo un'iniziativa storica: far sfilare la "Brigata Ebraica" in memoria della formazione dei volontari sionisti che combatterono in Italia nelle file dei britannici. Per dieci anni si è sfiorata la rissa con una sinistra schierata con i palestinesi (che negli anni '40 erano alleati di Hitler…) senza se e senza ma. Questo 25 aprile è stato diverso: quasi niente polizia, più applausi che fischi, nessuna minaccia. Poche le eccezioni. Qualche fischio anche a San Babila: i manifestanti sventolavano contro i "sionisti" il libro di Vittorio Arrigoni. Loro credono che sia vittima di Israele (qualcuno spiega loro che è stato ucciso dai palestinesi di Gaza, fondamentalisti islamici?). Ma rispetto alla tensione degli anni scorsi, questo 2012 è stato un idillio.

Merito anche di un'alleanza "giudaico-cristiana". L'Associazione Nazionale Partigiani Cristiani (Anpc), gli altri maledetti dalla storia, con la Brigata Ebraica. «Il miglior 25 aprile mai fatto - commenta entusiasta Guglielmo Sasinini (presidente dell'Anpc di Milano) - la novità è stata la composizione del corteo. Per la prima volta l'Anpc ha sfilato assieme alle Acli, con la Brigata Ebraica. Io ho trattato questa operazione delicata con il questore, fra alti e bassi, ma alla fine si è concluso tutto al meglio. Anche grazie al nostro servizio d'ordine che è riuscito a coordinarsi con quello dell'Anpi (Associazione Nazionale Partigiani Italiani). La polizia ha stazionato poco e le invettive contro Israele sono state al minimo storico». Anche per Davide Romano (Associazione Amici di Israele) «Per una volta, almeno a Milano, abbiamo avuto un 25 aprile senza grandi polemiche. È vero che ci sono sempre, costantemente, i fischi contro i politici non di sinistra (Guido Podestà, presidente della Provincia, ndr). Dispiace che ci sia questa discriminazione in una festa nazionale che dovrebbe essere di tutti». E come mai non ci sono stati fischi contro la Brigata Ebraica? «Anno dopo anno, siamo riusciti a spiegare cosa fosse la Brigata Ebraica. Da sconosciuti, siamo riusciti, lentamente, a rendere la gente più consapevole della nostra storia».

Attriti fra Anpc e Anpi? «Almeno da un anno e mezzo a questa parte, da quando presiedo l'Anpc della provincia di Milano, non c'è stato alcun conflitto con l'Anpi - dice Sasinini - Ho sempre chiesto una cooperazione onesta, nel rispetto delle nostre diverse origini. È passato il concetto di non essere ostaggi di memorie separate. Noi siamo fieri di rappresentare i partigiani cristiani e di aver sempre creduto nei valori democratici. Siamo nati nel marzo 1947, a Milano, su iniziativa di Enrico Mattei, quando le divergenze con i marxisti erano diventate intollerabili». E con la Guerra Fredda inizia la "maledizione" storica dei partigiani non rossi: essendo sia antifascisti che anticomunisti, costituirono l'ossatura della Gladio, l'organizzazione della Nato che avrebbe ripreso le armi in caso di invasione sovietica dell'Italia. E per questo, bandita dalla vulgata storica marxista. A quando una riabilitazione? «Siamo sulla buona strada. Inizio a vedere storici, registi e giornalisti che vogliono riscoprire il nostro ruolo, se non altro nel periodo della liberazione. I partigiani cattolici erano circa 65mila, una componente fondamentale della guerra antifascista. E senza l'appoggio della Chiesa, nel nord Italia, come ricordava anche Giorgio Bocca, non vi sarebbe stata alcuna resistenza possibile». E in futuro, come sarà e come potrebbe essere il 25 aprile? «Mi piacerebbe che diventasse una festa che rappresenti tutti quelli che hanno partecipato alla liberazione - ci risponde Davide Romano - a partire dagli inglesi e dagli americani, dagli indiani, dai brasiliani, dai marocchini… da tutte quelle nazionalità, presenti a Milano con le loro comunità. Hanno tutto il diritto di sfilare il 25 aprile».

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 15:38