L'unica via è al riparo dell'urna

Karl Marx sosteneva che il capitalista si appropria del "plusvalore" derivante dal "pluslavoro" del proletariato. Quando questo esproprio diventa insostenibile perché le masse lavoratrici sono ridotte allo stremo, scoppia la rivoluzione, si erigono le barricate, si instaura la dittatura del proletariato, con quel che segue.

Nelle economie occidentali tutto ciò non è avvenuto o perché il capitalista è stato accorto ed ha limitato la sua voracità o perché il benessere negli ultimi cinquant'anni è stato cospicuo consentendo la fruizione della ricchezza a fasce sempre più estese della società. La lotta di classe si è mantenuta perciò a livelli accettabili e il conflitto sociale si è dimostrato sostenibile. Al massimo si sale sui tralicci e, con qualche concessione e molti cedimenti sotto il profilo dell'ordine pubblico e della realizzazione delle grandi infrastrutture necessarie per l'ammodernamento e il funzionamento del paese, si tira a campare.

I politicanti, che hanno capito che il popolo non è poi tanto bue e non se le beve tutte, hanno via via attenuato il loro linguaggio estremo e colorito e nella brama di accaparrarsi una parte di voti di parte avversa, soprattutto quelli degli indecisi, hanno affievolito il loro lessico, appannato il colore delle loro bandiere e adottato terminologie vaghe e involute per celare la loro vera identità camuffata con appellativi presi a prestito dalla flora ("la quercia") o dalla fauna ("l'asinello").

Progressisti o moderati sono i termini che hanno preso il posto di comunisti o fascisti. Hanno smesso di intonare «bandiera rossa la trionferà» e «battaglioni del duce, battaglioni» sostituendoli con melodie moderne a base di prati verdi e cieli azzurri, anche se certe culture non si sradicano mai. 

Però per la gente, per il comune cittadino, per il titolare di partita IVA indotto al suicidio perché i "margini" non ci sono più, non è importante quello che i mestieranti della politica dicono. Per loro è importante come li percepiscono e cosa si aspettano dagli stessi, conoscendone i connotati profondi tenuti gelosamente nascosti per alcuni decenni mediante una mutazione genetica che non ha ingannato nessuno. Orbene, quelli che votano "centrosinistra" si aspettano che i loro paladini portino la tassazione dei "ricchi" all'85%, che gli si esproprino le case (leggi "patrimoniale") e soprattutto, fatto simbolico, che gli si incendino le barche che, peraltro, danno lavoro a tanta gente. Quelli che votano "centrodestra" si aspettano una tassazione moderata, la libertà di fare affari e arricchirsi secondo i criteri dell'economia liberale. Von Hayek versus Marx, per intenderci.

Una volta eletti, i politici, da bravi scolaretti, non potranno non tenere conto degli ordini che vengono dai loro burattinai, leggi Camuso e Landini. Un altro giro di valzer e la frittata è fatta. Sta a noi, nel chiuso dell'urna, smascherare questi impostori, questi camaleonti della politica e far capire loro che fin quando tutto va bene, fin quando l'economia tira facciamo finta di non capire di che pasta sono fatti e sopportiamo anche le loro sfacciate ruberie. Ma in tempi di tregenda, in tempi calamitosi, sappiamo distinguere il grano dal loglio e, ben conoscendo le ideologie che li ispirano, sappiamo e dobbiamo rispedirli là, dove meritano di stare. A disegnare madonne sui marciapiedi!

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 15:57