
All'appello di Giorgio Napolitano, che auspica maggiore cultura nell'azione politica, gli antipolitici rispondono come sanno e possono, ovvero con le solite ricette della cucina politica italiana il cui unico e principale piatto dovrebbe essere una enorme grande "ribollita".
Il cuoco Pisanu e altri lascerebbero la cucina dove fino ad ora hanno elaborato e mangiato le loro zuppe per proporsi ad altri commensali. Lo chef Casini tenta di sfornare nuove ricette per polpette che, se appaiono gustose, sempre avvelenate per gli italiani sono. Il prode Alfano annuncia con clangore di pentole e mestoli la nuova dieta made in Italy che sarà a suo dire sconvolta da un piatto nuovo, segretamente pensato con il grande affabulatore e suo mentore, con Colui che lo ha inventato. Che travolgerà come uno tsunami il panorama dietetico nazionale. Gli italiani naturalmente, già posti a dieta dal noto nutrizionista Monti, non vedono l'ora di sperimentare questa nuova filiera alimentare. Il presidente, come capotavola e responsabile della imposizione di Monti e del suo attuale indigesto menù, reclama ingredienti e ricette diverse; gli italiani, costretti a mangiare questa minestra, aspirerebbero a piatti meno indigesti; ma cuochi, aiuti e sguatteri cosa fanno? Propongono una grande ribollita dentro cui mettere tutti gli avanzi dei giorni prima, magari in salsa grillina, così da farla apparire un piatto a cinque stelle.
Fuor di metafora sarà bene contrastare le presenti e future mosse ingannatrici di questi antipolitici che stanno portando il nostro paese verso oscuri destini. L'attualità e gli eventi di questi giorni sono a dimostrare che gli interessi privati di costoro prevalgono di gran lunga rispetto a ciò che invece dovrebbe essere il compito primario di una buona politica: il bene dei cittadini che oggi invece è del tutto assente. Ma non è fuori luogo ricordare che "democrazia" significa anche "partecipazione". Essere rappresentati dagli eletti dal popolo non esime il medesimo dal dover esprimere con maturità un giudizio sugli eletti. Dare questo giudizio unicamente in sede elettorale potrebbe non essere più sufficiente quando si determina un deficit di qualità, comprendente doti di competenza e onestà, in coloro che maldestramente ormai cercano di nascondere e camuffare il loro malaffare. In questo caso la partecipazione e la presa di responsabilità diventa un obbligo, per sé e per i figli che sono e che saranno. Il tempo per poter recuperare e ricostruire quel poco che costoro non hanno ancora distrutto è limitato, e l'attesa non risolve i problemi.
Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 15:36