I guai di Lombardo e l'alleanza col Pd

Sta per calare  il sipario sul governo regionale siciliano, presieduto da Raffaele Lombardo. L'ipotesi di elezioni anticipate, che sembrava esclusa fino a pochi giorni fa, ha  avuto una rapida accelerazione. Il Pd, principale e indispensabile alleato del governatore siciliano, ha detto basta: è necessario al più presto andare al voto. Un "invito" a  tornare alle urne raccolto dal presidente della Regione, logorato non solo  dalla sua vicenda giudiziaria ma anche dalla posizione altalenante del Pd, spaccato al suo interno proprio sul sostegno all'esecutivo regionale. Le elezioni anticipate, del resto, rappresentano un'opportunità politica per entrambi. 

Lombardo ha  ribadito che si dimetterà un minuto prima della decisione del gup (archiviazione o rinvio a giudizio) o del verdetto di assoluzione o condanna, se dovesse chiedere il rito abbreviato. Ma anche il capogruppo all'Ars del Pd, Antonello Cracolici, sponsor della prima ora dell'alleanza con il governatore, lo dice a chiare lettere: «Non ci possiamo permettere di trascorrere un altro anno così. Sarebbe un ulteriore logoramento per tutti». Le  annunciate dimissioni di Lombardo e quindi la fine della legislatura, non solo farebbero uscire i democratici dall'impasse del sostegno ad un governatore indagato per concorso esterno in associazione mafiosa ( «Chiederemo le sue dimissioni se dovesse esserci un rinvio a giudizio»), ma consoliderebbero e legittimerebbero, anche per il futuro, l'alleanza tra il Pd e l'Mpa. Sicilia al voto, dunque, ma quando? 

La naturale fine della legislatura è nella primavera del 2013. A meno di altri colpi di scena e, soprattutto, per evitare la coincidenza con le elezioni nazionali, come ritiene lo stesso Lombardo, si dovrebbe tornare alle urne il prossimo ottobre. D'altronde, la contemporaneità delle due consultazioni precluderebbe la continuazione dell'alleanza tra il Pd e l'Mpa alla Regione: a livello nazionale il movimento autonomista andrebbe con il Terzo polo e il Pd perderebbe la possibilità di restare al governo regionale. Ma questa non è l'unica variabile legata alla data di eventuali elezioni: la riforma che riduce  il numero dei parlamentari dell'Ars, da 90 a 70, approvata mercoledì scorso al Senato, secondo i tempi previsti dal procedimento di revisione costituzionale, potrebbe arrivare ad un'approvazione definitiva non prima della fine di settembre. 

La chiusura anticipata della legislatura, infatti, potrebbe far tirare un sospiro di sollievo ai deputati siciliani che verrebbero eletti con la vecchia legge. Eventualità che non dispiacerebbe né a Lombardo, per il quale lo Statuto siciliano non va toccato, né al Pd  che conta nel suo gruppo 26 parlamentari. Intanto, il prossimo 26 aprile, a distanza di due anni da un'altra seduta analoga, il governatore si presenterà in aula per riferire sugli ultimi sviluppi della vicenda giudiziaria in cui è coinvolto insieme al fratello Angelo, deputato nazionale dell'Mpa. Una convocazione del Parlamento siciliano, sollecitata dallo stesso Lombardo, dopo la richiesta di rinvio a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio della procura di Catania, in seguito all'imputazione coatta disposta dal gip.

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:07