Formigoni nei guai, lo scarica anche Cl

Una lettera che pesa come un macigno. A firmarla, sul Corriere, è Carla Vites, moglie di Antonio Simone, ex assessore finito in manette nell'ambito della bufera giudiziaria abbattutasi sulla sanità lombarda. «Il migliore amico di Formigoni», scrive di suo marito la Vites, «militante ciellina della prima ora». Che dipinge il Celeste «come un cagnolino al guinzaglio di Daccò», esprimendo il rammarico di chi come lei, «insieme ad altri amici di Cl ha militato per lui volantinando, garantendo sulla sua persona».

«Cl deve avere un sussulto di gelosia per la propria identità, per quello che Giussani pensava al momento della fondazione». Ed ecco aprirsi un'altra questione: la credibilità del governatore al cospetto del suo elettorato di riferimento. «Ho tanti amici ciellini che si lamentano della presenza di affaristi vicini alla compagnia di Formigoni», diceva qualche giorno fa Gad Lerner al governatore. In effetti c'è già chi parla di «scontro interno» al movimento, tirato in ballo sempre più spesso sui giornali, che non risparmiano nemmeno la prestigiosa associazione dei Memores Domini. 

Anche per questo, Marco Damilano sull'Espresso ha ammonito: «non confondiamo il clan formigoniano con Comunione e Liberazione, fenomeno molto più serio, basta andare a Rimini e guardare i visi puliti dei giovani volontari che lavorano gratuitamente per settimane sacrificando le loro ferie». Eppure il clan formigoniano potrebbe aver spezzato quel cordone ombelicale tra Formigoni e la base, che lo accreditava come leader di riferimento nonché applauditissima rockstar al Meeting di Rimini.

Oggi regnano silenzio e imbarazzo, anche ai vertici del movimento: le ultime parole sono quelle di don Julian Carron al Corriere. A metà gennaio il successore di Giussani aveva ribadito che «ciascuno è personalmente responsabile di quel che fa» e «possono esserci state persone che hanno usato Cl in un certo modo», ma, sottolineava, «non esistono candidati nè politici di Cl». Dalla base giungono invece segnali di scoramento, per «l'imprudenza delle frequentazioni formigoniane e per affari lontani dall'esperienza religiosa di Cl che rischiano di vanificare opere e ideali di un popolo stanco di etichette mediatiche e processi sommari. Emblematici, a tal proposito, i silenzi di un quotidiano d'area come Il Sussidiario.net.

Le sole voci di stampa a difesa di Formigoni sono quelle del settimanale Tempi, foglio vicino a Cl e di cui è socio lo stesso Antonio Simone, sodale del direttore Amicone. In questi giorni di tempesta pare un po' pochino anche l'attestato di stima espresso da Maurizio Lupi, milanese e ciellino, quando dice che «Formigoni sta governando ottimamente e deve proseguire». L'impressione è che, oltre ad esser lasciato solo dal partito, al quale ha chiesto un intervento diretto nella persona di Alfano, il governatore stia vedendo sgretolarsi quella golden share detenuta per anni sul popolo ciellino. Popolo che da oggi a domenica si ritroverà in preghiera a Rimini per i consueti esercizi spirituali. E stavolta non saranno vacanze di gruppo.

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 15:59