
«Io non sono affatto contento della competitività nostra di inizio stagione e ho chiesto ai miei il massimo impegno perché voglio avere un macchina vincente». Luca Cordero di Montezemolo, parlava ieri nella sua veste di presidente della Ferrari. La macchina di cui parlava era ovviamente quella della Formula 1. Ma è anche un'altra la macchina che Montezemolo scalpita per mettere in pista. Il suo think tank, Italia Futura, scalda i motori da un po', e ora manca solo un anno alle prossime elezioni politiche.
Dopo il varo del suo manifesto per un forte rinnovamento della classe politica a partire dalla società civile, Montezemolo viene considerato una pedina strategica in vista delle elezioni del 2013. Il problema è che la nuova creatura sta sulla rampa di lancio da troppo tempo e rischia di rovinarsi rimanendo ferma ai box. Se la volontà di scendere in campo è chiara, meno lo sono modi e tempi. Tutto dipende da una serie di fattori: il tipo di legge elettorale con cui ci si troverà a correre per le prossime politiche prima di tutto. Se andasse in porto la riforma ispano-tedesca elaborata dagli sherpa di Alfano, Casini, Bersani potrebbe valer la pena presentarsi da soli. In caso rimanesse in vita il Porcellum, con il suo premio di maggioranza, la carta dell'alleanza sarebbe fondamentale. Di qui il giro delle sette chiese intrapreso dal presidente di Italia Futura con grande circospezione. All'inizio di aprile, senza clamori, ha incontrato Silvio Berlusconi.
Perché ormai è chiaro a chiunque che non è possibile mettere in campo un'alleanza moderata senza tener conto del Cavaliere. Per quanto il consenso del Pdl sia ridotto ai minimi storici dopo la caduta del governo e il difficile appoggio alla politica fiscale di Monti, non si può neppure immaginare di fare a meno del 20% berlusconiano. Almeno se si vuole governare l'Italia senza essere schiavi della Camusso e della Cgil. Sembra quindi molto probabile che - come narrano alcune indiscrezioni - Berlusconi e Montezemolo si siano intrattenuti analizzando la situazione e gettando sul tavolo diverse ipotesi. Tra cui anche quella di una grande Lista civica nazionale, a cui si affiancherebbe il Pdl, nell'ottica di un grande rassemblement moderato. Montezemolo sembra infatti determinato a scegliere una chiara collocazione nel centrodestra. Solo inserendosi in un cantiere per un polo moderato, infatti, può sperare di raccogliere una parte del vuoto lasciato dal ritiro di Berlusconi. In caso contrario difficilmente la sua formazione da sola potrebbe sperare di attrarre più del 5% dei voti degli italiani.
Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:18