
È cominciato il conto alla rovescia in vista delle amministrative del 6 e 7 maggio. Impossibile sottrarsi agli sguardi dell'esercito di candidati che, dai manifesti affissi ovunque, cercano di raggiungere l'attenzione dell'elettore.
In queste consultazioni che interessano 1020 comuni su 8.092 (il 12,6 %), di cui 28 capoluoghi di provincia, l'elemento caratterizzante è la frammentazione dello scenario politico. Proprio per questo, dai risultati e dai ballottaggi non sarà possibile delineare o dedurre la tendenza politica dell'elettorato italiano. Le alleanze politiche delle liste elettorali presentate sono le più imprevedibili e, infatti, tutte le combinazioni possibili e immaginabili sono state sperimentate. Partiti inconciliabili sul piano nazionale e regionale trovano convergenze sul piano comunale. E quando questo non avviene, si frammentano anche i grandi partiti, mentre proliferano liste civiche (un fenomeno non nuovo, ma in evidente crescita), movimenti e partiti locali.
La Lega Nord, malgrado la bufera che l'ha investita, ha presentato proprie liste con rare alleanze, trovandosi in concorrenza con il movimento dei grillini. Riflettori puntati su Verona (25 le liste presentate, con 9 i candidati sindaco), test politico per il Carroccio dopo le dimissioni di Bossi, dove il sindaco uscente Flavio Tosi, sostenuto anche da sette liste civiche, non sarà più appoggiato dal Pdl che propone, invece, un suo candidato: Luigi Castelletti. I risultati di queste consultazioni, al di là dell'elezione diretta dei sindaci, sono, oggi più che mai, espressione di un arlecchinismo localistico che più variegato non si può. Il numero dei candidati è incredibile rispetto ai seggi. A Palermo sono 1.300 gli aspiranti consiglieri per i 50 seggi di Sala delle Lapidi e 12 i candidati alla poltrona di sindaco, contro i 10 di Taranto e i 13 di Genova. Nel capoluogo siciliano (la Sicilia è la regione con più comuni al voto, ben 148) si riscontrano le alleanze più contraddittorie. Il Pdl sostiene l'indipendente Massimo Costa, già candidato di un altro raggruppamento in cui era determinante l'Mpa di Raffaele Lombardo (nemico del partito di Berlusconi e alleato del Pd di Lumia e Cracolici) che appoggia il candidato sindaco del partito di Fli, Alessandro Aricò, mentre l'Idv esprime la novità invecchiata di Leoluca Orlando. Tutto ciò non è altro che la conseguenza della disgregazione dei partiti, che non sono stati in grado di contrastare l'offensiva dell'antipolitica.
Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:18