Stadi di club: è quasi legge

Prima di cantare vittoria bisognerà attendere il lungo "palleggio" tra i due rami del Parlamento. Ma mai come adesso la legge sugli stadi, che permetterà ai club italiani di equipararsi a quelli esteri, sembra essere a un passo dall'essere approvata, dopo tante, troppe promesse. Occorrerà attendere ancora un passaggio a Montecitorio e due a Palazzo Madama che, però, fonti politiche assicurano essere dei proforma, poiché mercoledì è stato raggiunto un accordo totale, trasversale, sul disegno di legge sugli stadi. Vuol dire che non ci saranno ulteriori emendamenti freno, e l'iter di approvazione del Ddl sarà abbastanza breve, prendendo sempre in considerazione il passo rewind del sistema parlamentare del Belpaese. 

Per tutti i club professionistici del calcio italiano, ad eccezione della "fortunata" Juventus, una notiziona di straordinaria importanza strategica ed economica. Una volta legge, il testo consentirà infatti di abbreviare sensibilmente l'iter burocratico per lo stadio di proprietà. Oggi tutti gli impianti delle società calcistiche sono di pubblica proprietà. «Finalmente la proposta di legge che consentirà la costruzione di nuovi stadi e la ristrutturazione di quelli vecchi passa in sede legislativa. Infatti, sono stati approvati all'unanimità gli emendamenti del relatore», ha commentato il deputato di Futuro e libertà, e membro della commissione Cultura della Camera, Claudio Barbaro, che appunto è anche il relatore di una norma destinata a rivoluzionare lo sport italiano in generale. «La soddisfazione è grande - ha spiegato l'esponente di Fli - non solo perché il percorso che porterà all'approvazione del testo di legge subisce oggi un'importante accelerazione, ma anche per il modo in cui ci si è arrivati. Infatti, tutte le forze politiche hanno contribuito con senso di responsabilità all'elaborazione delle proposte modificative, seguendo i lavori con partecipazione e spirito collaborativo». 

L'unanimità politica sul ddl stadi rapprensenta quasi un'eccezione in Parlamento, in cui il trasversalismo è diventato mera utopia, in particolare in questi ultimi anni. La legge in questione, ha spiegato un altro firmatario del testo, il senatore del Popolo della libertà Alessio Butti garantirà «la costruzione e la ristrutturazione degli stadi e dei palazzetti in tempi certi e attraverso regole chiare». Ci vorrà un mese per la votazione da parte della Camera del ddl. Dopo il via libera di ieri, l'ok dell'Aula è scontato. Poi il testo finirà di nuovo al Senato, che l'aveva approvato la prima volta in fretta e furia nell'ottobre di tre anni fa, durante la prima fase del governo Berlusconi, quando ancora Fini e il Cavaliere erano "amici". A Palazzo Madama tutto dovrebbe svolgersi senza intoppi, anche perchè il governo ha già assicurato che farà di tutto per evitare ulteriori rallentamenti e per far diventare il testo legge prima dell'inizio dell'estate. 

Il via libera al ddl Barbaro rappresenterebbe una svolta per tutte le società sportive italiane che non vedono l'ora di avere impianti moderni, sicuri, efficienti, in grado di ospitare manifestazioni di alto profilo internazionale.

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 15:58