Sembrava che servissero i super esperti per impostare le grandi riforme impopolari, per archiviare la lunga era della concertazione che immobilizza il Paese da decenni, per passare almeno una volta sopra gli interessi di parte e per traghettare finalmente l'Italia fuori dal pantano. 

Sembrava che i professori potessero fare il miracolo. Ci hanno creduto, per un po', anche la stampa internazionale e i cosiddetti mercati. Ci hanno creduto, per un po', anche gli italiani, che esasperati dall'immobilismo e stremati dalla crisi si sono aggrappati alla speranza di cambiamento. Poi è finita la luna di miele del governo dei professori. E un po' tutti si stanno accorgendo che la soluzione prospettata dai tecnici è sempre la solita, amara ricetta della Prima e della Seconda Repubblica: più tasse per tutti, più tasse su tutto. E mentre gli italiani aspettano di conoscere l'entità della sopresa dell'Imu di giugno, il governo fa sapere che anche i costi della riforma del lavoro si trasformeranno in nuove imposte. Sulla casa e sui viaggi aerei. Incuranti dei dati allarmanti che le agenzie di stampa battono ogni giorno come bollettini di guerra. Perché intanto di tasse e di debiti, in Italia, muoiono le imprese e, sempre più spesso, anche i cittadini.

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:04