Italiani catastrofisti più degli afghani

A Pasqua è il momento di parlare di pace. Nel 2012 ci saranno più o meno guerre rispetto all'anno scorso? È incredibile che a questa domanda l'Italia risponda con un pessimismo molto maggiore rispetto a Paesi che sono realmente in guerra.

A rilevarlo è l'istituto Doxa, che effettua tutti gli anni un sondaggio mondiale, in 59 nazioni in tutto il mondo, chiamato Global Peace Index. Stando alle serie storiche, il 2012 si è aperto all'insegna dell'ottimismo. Non condiviso nel nostro Paese. L'indice si ottiene sottraendo alla percentuale di ottimisti (ovvero coloro che ritengono che l'anno prossimo vi saranno meno conflitti) la percentuale dei pessimisti (quelli che invece credono che scoppieranno più guerre).

L'indice è molto significativo, perché indica gli umori e le paure del momento. Se guardiamo alle serie storiche dal 1977 ad oggi, troviamo infatti che i Global Peace Index più bassi sono un -38% nel 1979 (invasione sovietica dell'Afghanistan), un minimo storico del -42% nel 1983 (momento di massima tensione fra Usa e Urss, secondo solo alla crisi dei missili di Cuba) e un -30% nel 2001 (11 settembre). Nel 2012 l'indice globale segna un -5%, che è il massimo finora registrato dal 2001 ad oggi. Ebbene, in Italia siamo decisamente sotto la media: -30%. Abbiamo tanta paura di una guerra quanta ne avevamo nel 2001. Siamo nervosi quasi quanto la Corea del Sud, che registra un -31%, ma che ha "qualche" motivo in più per temere un conflitto con la Corea del Nord. È incredibile constatare la differenza fra noi e i Paesi che hanno appena avuto o hanno tuttora la guerra in casa. L'indice in Afghanistan è del +18%, in Iraq del +34%, in Nigeria addirittura del +73%, in Georgia del +24%.

In Europa siamo in buona (o cattiva) compagnia. Il Vecchio Continente, che pure non combatte, se non inviando qualche aereo e contingenti di pace altrove, ha ancora paura dell'Armageddon. Il Paese che più di tutti gli altri teme la guerra è l'Austria, una nazione neutrale che non spara un colpo dal 1945. Il suo indice è -50%, il minimo mondiale. È molto difficile capire le ragioni di questo pessimismo. Probabilmente è proprio l'assenza di guerra che rende la gente più timorosa e pessimista sulla possibilità di una conflagrazione futura. Sicuramente sono i media che proiettano, nelle nostre case, l'immagine di un mondo in fiamme e carico di pericoli. Forse molto peggiore di quanto non sia nella realtà.

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:06