L'ambasciatore d'Italia in India, Giacomo Sanfelice, è stato ricevuto a Bhubaneswar da due alti responsabili del governo dell'Orissa dopo la diffusione del nuovo messaggio dei rapitori che minacciano l'uccisione di Paolo Bosusco. L'ambasciatore è preoccupato, immagina come l'Italia possa ormai fare ben poco per Bosusco, e ancor meno per i marò.
«L'offerta del governo di Orissa di liberare un consistente numero di simpatizzanti e militanti maoisti, per ottenere il rilascio di Paolo Bosusco e del deputato tribale Jhina Hikaka potrebbe costituire un pericoloso precedente, tale da incoraggiare i movimenti estremisti a realizzare altri sequestri», scrive la stampa locale di Bhubaneswar. E la liberazione di 27 estremisti maoisti, attualmente in detenuti, è per il The Times of India «un pericoloso precedente». Altre testate della federazione indiana sottolineano che «l'India non può apparire come uno Stato debole». Secondo fonti interne alla Farnesina, ciò significherebbe che l'India non può accontentare l'Italia su tutti i fronti. Se venissero liberati i 27 estremisti per il ritorno in patria di Bosusco, l'Italia dovrebbe a sua volta accettare la condanna dei due marò per l'omicidio dei pescatori: condanna forse capitale, che probabilmente non verrebbe mai eseguita nello stato del Kerala, bensì commutata in ergastolo, e poi verrebbe concesso ai marò di scontare la pena in un penitenziario italiano.
L'Italia non avrebbe altra via d'uscita che affidarsi,
caritatevolmente, ad una «buona soluzione gradita all'India»? Dopo
lo scambio di battute tra Roma e Londra (a seguito della morte di
Franco Lamolinara in Nigeria durante il blitz delle forze inglesi)
il Belpaese non può chiedere un intervento diplomatico britannico
sulla vertenza dei marò. E Londra è l'unico intermediario che
potrebbe dare una svolta positiva alla vertenza. L'India è un ex
dominion britannico, e l'ex colonia chiede ancora aiuto strategico
a Londra per risolvere il problema del terrorismo.
I governi indiani si confrontano endemicamente con eserciti
rivoluzionari maoisti, islamici, sikh. Gli 007 inglesi, formati
alla scuola dell'Sbs (Special boat service) insegnano agli indiani
come contrastare le frange pararivoluzionarie. E se l'India ha
deciso di liberare 27 ribelli maoisti in Orissa, in Kerala non può
più fare retromarcia. L'accusa ha parlato di «atto terroristico dei
marò». I magistrati devono rispondere del loro operato
all'elettorato del Kerala, dove i partiti d'opposizione e di
governo chiedono «una condanna esemplare».
Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:09