
Fausto Raciti è il nuovo segretario dei Giovani Democratici. Siciliano classe 1984, già eletto nel 2008 quando alle primarie scalzò con il 77% dei voti l'allora Radicale Giulia Innocenzi, si è ripetuto al congresso nazionale di Siena incrementando le percentuali bulgare e intascandosi il secondo mandato con l'83% delle preferenze.
Applausi, strette di mano e festeggiamenti sulle note di Rumore, celebre hit di Raffaella Carrà. Peccato che l'ala giovanile del Pd si sia incagliata nei meccanismi di rinnovamento. In vista del congresso di Siena, la Direzione nazionale aveva votato un regolamento che prevedeva che l'assise si svolgesse secondo la forma della "tesi emendabile". Solo in seguito si è aperto alla possibilità di proporre "tesi alternative", dopo aver posticipato le date congressuali.
Nel mare magnum di burocrazia giovanile, una certezza si è palesata dall'inizio: niente primarie. Lo strumento di consultazione più amato dai democratici è stato accantonato per evitare il rischio di manipolazioni, secondo rumors ufficiosi, seminando delusione tra i simpatizzanti e dubbi in quella parte di opinione pubblica interessatasi alla questione. La votazione dei delegati, a partire dai circoli passando per congressi provinciali e regionali, è giunta al gran consiglio di Siena dove ha trionfato Raciti, alla guida dei Gd in chiave bersaniana (l'avversario Brando Benifei era sostenuto dai franceschiniani) in un gruppo che sembra soffrire lo stesso correntismo dei grandi.
Eppure la cantera del Pd, un serbatoio di 48mila iscritti tra i 14 e i 29 anni, era nata sotto i migliori auspici: benedetta dall'allora segretario Walter Veltroni e cullata nel sogno anagrafico. Ma la giovanile democratica sconta una dialettica costellata di tensioni, spesso ancorata ai giochi di partito dei grandi. Innocenzi c'era andata giù pesante: «L'unico posto al mondo in cui i giovani sono conservatori si chiama Giovani Democratici». In rete, dove i Gd zoppicano vistosamente: solo 1157 seguaci su Facebook, appena 387 in quel di Twitter.
Negli ultimi giorni è stato il web a confezionare l'ennesima sorpresa per i Gd. Un pezzo satirico firmato da Martina de Carli (giornalista a quanto pare inesistente, come rivelato ieri da Marco Rossi su thedailyweek.it) per L'Avanti ha fatto il giro della rete mettendo i Gd alla berlina. Ribattezzati «dalemasessuali», i Giovani Democratici «pensano all'articolo 18, non al tacco 12 e hanno deciso di non depilarsi le ascelle per ricordare l'insopportabile selva di contratti precari». Gli stessi che hanno «39 anni ma siamo ancora studenti democratici». «Tutti con la barbetta e gli occhiali rettangolari». Pezzo esilarante. Ancor di più le reazioni inconsulte di alcuni militanti che se la sono presa con la (finta?) reporter, accusata di essere «bionda» e «decerebrata».
Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:01