Un amore di contrabbando

Scordatevi la figura del contrabbandiere avventuriero da fumetto di Corto Maltese. La realtà è ben altra, molto meno romantica ma molto più pericolosa. Per la sicurezza, certo, ma anche per le casse dello Stato. «Il contrabbando di Tle (tabacchi lavorati esteri, NdR) ha assunto oggi dimensioni transnazionali e rappresenta un fenomeno di grande pericolosità sociale, economica, finanziaria e fiscale, che turba l'ordine e la sicurezza pubblica, sottrae ingenti risorse al bilancio nazionale e a quello dell'Unione Europea, e finanzia in modo rilevante l'attività delle organizzazioni criminali, proprio perché consente di accumulare ingenti profitti». Parola del III Reparto Operazioni - Ufficio Tutela Entrate, della Sezione Dogane e Monopoli che fa capo al Comando Generale della Guardia di Finanza.
I gruppi malavitosi nazionali e stranieri sono ormai perfettamente integrati tra loro, con proficui rapporti d'affari. In particolare, spiegano le Fiamme Gialle, dietro al traffico di grandi quantitativi di sigarette si nascondono vere e proprie alleanze commerciali della malavita, specie tra quella italiana, polacca e ucraina, anche grazie «alla capacità di "storiche" organizzazioni contrabbandiere italiane di adeguarsi nel tempo al mutare degli scenari internazionali ed europei, delle aree di approvvigionamento, delle rotte e dei mercati di destinazione».

Il contrabbando delle "bionde" d'importazione è un fenomeno molto particolare ma altrettanto poco conosciuto. Il contrabbandiere non spara quasi mai, non uccide, non è più violento e aggressivo come avveniva invece negli anni '90, e per questo raramente finisce sulle pagine dei giornali. Salvo quando le forze dell'ordine riescono a mettere a segno qualche sequestro importante. L'ultimo in ordine di tempo quello messo a segno sul finire di febbraio dalle Fiamme Gialle di Bari: otto tonnellate di sigarette estere nascoste all'interno di boe galleggianti trasportate da un camionista greco di 32 anni appena sbarcato da una motonave. Eppure dalla sua attività criminale quasi sempre lontana dai riflettori un contrabbandiere (e le organizzazioni criminali che investono nel suo "business") riescono a trarre profitti enormi: soltanto la merce sequestrata nel blitz di febbraio dalla GdF barese avrebbe fruttato più di due milioni di euro. Ma il mercato illegale delle sigarette manda letteralmente "in fumo" diverse centinaia di milioni di euro l'anno in introiti sottratti all'erario, e quindi alla cosa pubblica.

Inoltre, oggi come oggi, dietro il fenomeno del contrabbando di sigarette si muovono dinamiche complesse: «L'Italia - spiega il maggiore della Guardia di Finanza, Leonardo Ricci - è ormai non solo un mercato di consumo dei tabacchi, ma anche area di transito, in ragione della sua posizione centrale nel bacino del Mediterraneo. Infatti molti dei carichi di sigarette illegali sequestrate nel nostro paese sono in realtà diretti verso i paesi dell'Europa centro-settentrionale, principalmente Regno Unito, Germania, e Francia, dove il costo di un pacchetto di sigarette, a causa dell'elevata tassazione applicata sui tabacchi, è più alto».
Già, le tasse. Ecco un'altra cartina al tornasole che può aiutare molto a tenere d'occhio l'andamento del fenomeno del contrabbando: più le imposte indirette si alzano, infatti, più il mercato "parallelo" diventa appetibile, e gli investitori del crimine scelgono di concentrare gli sforzi maggiori su questo canale. Per questo il recente giro di vite del Governo sui tabacchi, con il quale l'esecutivo punta ad esempio a finanziare le pensioni dei cosiddetti "precoci", ha inevitabilmente dato nuova linfa ai traffici di sigarette diretti in Italia.

Ma come funziona questo traffico di "paglie" illegali? I famosi motoscafi superveloci che nel 2000 trasportavano nottetempo le sigarette dal Montenegro e dall'Albania fino alle coste pugliesi sono solo la punta dell'iceberg. Molto meglio il trasporto "alla luce del sole", o quasi. Già, perché i flussi maggiori del contrabbando, con i carichi opportunamente "camuffati" avvengono proprio attraverso i normali varchi doganali. Così il più delle volte le sigarette viaggiano nascoste dentro carichi di copertura costituiti da materiale scadente, o di scarsa qualità, spesso accompagnati da documentazione falsa, in modo da dare nell'occhio il meno possibile. Una parte consistente delle sigarette sequestrate dalla Guardia di Finanza passa poi attraverso gli scali portuali dell'Adriatico, come Trieste, Venezia, Ancona, Bari e Brindisi; del Tirreno (Genova, Cagliari, Napoli e Gioia Tauro) e dello Ionio (Taranto).

Come si contrasta il fenomeno? «Anche con una forte azione mirata a colpire i beni e le disponibilità finanziarie illecitamente detenuti o reinvestiti in Italia e all'estero», spiega il maggiore Ricci. E poi, ovviamente, con i sequestri e le manette. Nel 2011 le Fiamme Gialle hanno operato in questo settore qualcosa come 1.552 interventi, sequestrando circa 240 tonnellate di sigarette e 171 mezzi terrestri utilizzati per il trasporto. Quasi duemila i soggetti verbalizzati, dei quali poco meno di 300 sono poi finiti in manette.

Ma la tratta delle "bionde" non significa soltanto contrabbando di marchi famosi smerciati in barba al Fisco. Vuol dire anche tabacchi contraffatti, che nell'anno appena trascorso hanno fatto registrare sequestri per 38,5 tonnellate. E poi c'è il fenomeno delle cosiddette "illicit white", conosciute anche come "cheap white", ovverosia sigarette "originali" che però normalmente non sarebbero vendute in Italia e nell'Ue perché non rispettano i parametri di legge e possono essere estremamente dannose per la salute. Si tratta per lo più di marchi cinesi, come Jin Ling, Gold Classic, Raquel, Capital. Prodotti fino a poco tempo fa sconosciuti al mercato europeo, e trasportati oggi in grandi quantità dall'Est europeo attraverso i porti italiani dell'Adriatico. I loro produttori, non dovendo rispettare i vincoli di legge cui sottostanno invece le grandi multinazionali del tabacco, che hanno ad esempio l'obbligo di controllare e verificare tutta quanta la filiera delle loro sigarette, dalla produzione alla vendita, costituiscono una notevole fonte di lucro tanto per la criminalità organizzata quanto per quella comune. «Proprio in questi ultimi giorni - fa sapere all'Opinione il Comando Generale della Guardia di Finanza - le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Ancona, in collaborazione con i funzionari dell'Agenzia delle Dogane, hanno trovato all'interno di un autoarticolato proveniente dalla Grecia, nascoste da numerose casse di kiwi, tre tonnellate di sigarette di marca Gold Classic, Jin Ling e Raquel, illecitamente introdotte nel territorio dello Stato».

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:17