Cassinelli: “Recuperare lo spirito del ’94”

«Con il Mattarellum gli eletti li sceglievano i partiti. Con il Porcellum non ne parliamo. Se ci sarà un nuovo accordo sulla legge elettorale, mi sembra che la tendenza non stia cambiando». Si definisce «un forzista della prima ora» Roberto Cassinelli, un passato tra le fila del Partito liberale, oggi deputato del Popolo della libertà. E l'intesa raggiunta tra Alfano, Bersani e Casini non lo convince. «Sono favorevole agli accordi, intendiamoci,  ma la priorità è cambiare il nostro sistema elettorale, che oggi è del tutto inadeguato. E non mi sembra che i passi in quella direzione siano sostanziali»

Un compromesso al ribasso?

Così sembra. Invece della riduzione dei parlamentari, si dovrebbe parlare di monocameralismo. La navette tra i due rami del parlamento è del tutto superflua. 

I parlamentari in carica non saranno molto d'accordo.

Le dirò di più. Oggi chi fa politica ha come unico scopo quello di essere rieletto. Io allungherei i mandati di ogni grado, dal consigliere comunale fino al presidente del Consiglio: da cinque a sette anni. E inserirei una clausola di non rieleggibilità. In questo paese tutti devono sentirsi utili, nessuno indispensabile, una volta finito il proprio servizio pubblico si dovrebbe ritornare alla propria attività.

Si potrebbe partire dall'incisività dell'azione di governo.

Sono d'accordo: chi vince le elezioni deve poter governare . Per questo la strada da seguire dovrebbe essere, se non quella del presidenzialismo, almeno quella di un semi-presidenzialismo nel quale il parlamento sia un luogo di controllo dell'azione dell'esecutivo e di discussione delle leggi quadro , mentre chi governa possa esercitare rapidamente le proprie prerogative.

Non sembra che sia questa la strada imboccata dai partiti.

Direi di no. Le bozze emerse in questi giorni non mi sembra che siano nell'ottica della conservazione di un sistema bipolare. Che ha sicuramente qualche difetto, e penso al diritto di rappresentanza dei piccoli partiti, ma ha garantito la governabilità.

I punti che lei sottolinea sono molto in sintonia con quelli del Berlusconi del 1994. Oggi qualcuno parla di rifare Forza Italia.

Quello di FI era un vero progetto liberale. Occorrerebbe oggi recuperare quelle idee, quella visione strategica e anche alcuni degli uomini che animarono quel periodo per imprimere la vera svolta al paese. Una battaglia, a mio modo di vedere, da condurre anzitutto dall'interno del Pdl.

La sua astensione sul decreto liberalizzazioni è una bocciatura da liberale all'esecutivo dei tecnici?

Ero relatore del decreto in commissione Giustizia. Avevamo dato parere favorevole ma a condizione che alcuni provvedimenti venissero modificati. Non è successo.

Quali?

La costituzione di studi di avvocati con soci di solo capitale. Rischiamo di creare un mostro deontologico, considerando che chi non è iscritto all'ordine non è tenuto al segreto professionale. Così come ero contrario all'abolizione delle tariffe minime. Erano un interesse della clientela, una garanzia contro chi esercita la professione approfittando delle ingenuità dei clienti.

Qualcosa di buono il ministro della Giustizia Severino l'ha fatto?

È un buon passo quello del tribunale d'impresa. Anche se per la dislocazione si sarebbe dovuto adottare un criterio che tenesse conto della popolazione, non esclusivamente geografico.

Lo svuotacarceri?

Un problema complesso. Il nostro è un sistema che spesso priva l'uomo della dignità oltre che della libertà, con situazioni oltre il limite. Detto questo, ci dovremmo dotare di nuovi istituti carcerari, perché l'amnistia non risolve il problema. Piuttosto bisognerebbe concedere i domiciliari per i reati meno gravi, e combattere l'abuso della carcerazione preventiva.

Se dovesse scegliere un provvedimento su cui puntare?

Snellire il processo civile, attribuire termini perentori anche alla magistratura, oltre che alle parti. Se un magistrato impiega anni per chiudere una causa, faccia un altro mestiere.

Un voto al ministro per quanto fatto finora?

Sei e mezzo.

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 15:49