
Le evidenti difficoltà che governo tecnico vive in queste ultime ore stanno alimentando i primi consistenti rumors tra parlamentari ed ex-ministri - oltre agli stessi tecno-ministri - sul futuro dell'esecutivo.Le dichiarazioni del presidente Napolitano sull'indisponibilità a candidarsi per un secondo mandato, lette a distanza di qualche giorno, sembrano dire: calma, per i prossimi equilibri c'è anche un'altra importante casella da riempire. Sembra un messaggio per non esacerbare gli animi dei partiti, in particolare del Pd, e una lusinga tanto al Terzo Polo che al PdL.
Ma ora, sempre più insistentemente, si parla di un imminente rimpasto di governo, che prevederebbe l'ingresso di politici (ovviamente personaggi di primo piano) tra gli esponenti dei partiti che compongono la maggioranza. Una mossa che farebbe uscire dall'angolo Mario Monti, innervosito dalle dichiarazioni dei sindacati (tutti, non solo la Cgil) e del Pd. Come anche dai mugugni di alcuni ministri del suo stesso governo. Malcontento che riguarda la riforma del lavoro, l'imminente riforma di alcune cose che attengono alla giustizia (intercettazioni) e il futuro della Rai. Così facendo, si aprirebbe la strada a un tentativo di assetto pre elettorale, e magari anche di gestione condivisa del governo che verrà. Tecno-politico o di larghe intese che sia.
Tra queste indiscrezioni la più intrigante sarebbe quella che vedrebbe Gianfranco Fini ministro degli Affari esteri e libero di fare campagna elettorale per un Fli arrancante (sarebbe così più comprensibile il suo incondizionato appoggio al vacuo Giulio Terzi), ovviamente una volta dimessosi da presidente delle Camera. Scenario da fantapolitica? Neanche tanto: lo abbiamo detto, la politica ha bisogno di tornare protagonista. Ha bisogno di non sembrare agli occhi degli elettori, inutile se non dannosa al paese. Poi, si tornerebbe al progetto iniziale del presedente Napolitano che ha dall'inizio immaginato un governo dei migliori.
Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:17