
Uno ha un passato da lib-lab, l'altro di questi tempi cerca di non restare incastrato in un'etichetta di ex An. Tutti e due si pongono una domanda che ha molto a che fare con il destino e l'identità del Pdl: «Ma quanti sono gli elettori che non vogliono morire democristiani?».
La risposta potrebbe arrivare alle prossime amministrative, ma l'oracolo come al solito non parlerà chiaro e ci sarà molto da interpretare.
Quando si parla di democristiani non bisogna pensare troppo a Forlani o De Mita. E' più una categoria dell'anima, dove possono trovare casa Casini, Alfano, Scajola, Pisanu, Enrico Letta, Fioroni, Franceschini, ma anche quello stadio intermedio che sta tra il tecnico e il politico. I democristiani tendono naturalmente a riversarsi verso il centro e, al di là di finzioni e metamorfosi, sono convinti che il bipolarismo sia una sciagura.
La parentesi del governo Monti favorisce questo affollamento centrista, più dura e più a destra come a sinistra lo spazio intorno al fantasma della Dc si stringe. Cosa divide ancora Casini dal Pdl? Berlusconi. Il genero di Caltagirone ha detto chiaramente che il Cavaliere va fatto fuori e parcheggiato al di là dello spazio politico. Questo veto diventa così l'assicurazione per chi non vuole morire democristiano. Gli ex An e i liberali non nascondono più di tanto di voler andare al voto subito, chiudendo l'esperienza di Monti. Sono loro quelli che si sono inventati il muro contro muro sull'articolo 18, invitando Alfano a non cedere alle lamentele di Bersani.
La speranza dei non democristiani è rilanciare un Pdl che non ha timore di dichiararsi berlusconiano. Non vogliono annacquare la storia degli ultimi diciotto anni con certe nostalgie da prima Repubblica. Soprattutto non vogliono finire a fare le terze e quarte file di una mega federazione con Casini come gran cerimoniere. La tendenza al momento è questa. L'azzardo è andare a vedere le carte, cioè giocarsi tutto sul tavolo delle elezioni politiche. Quelli che non vogliono morire democristiani sospettano che non tutto è come appare. Casini avrà anche dato densità politica al centro, ma al momento gli manca la materia prima per dare un'anima al suo disegno. Ha una idea, ma gli manca la materia. Quello che ancora manca a Casini e ai suoi compagni detto in termini terra terra sono i voti. Perché magari il centro esiste, ma per adesso è ancora vuoto.
Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:15