
Franco Frattini è probabilmente, all'interno del Pdl, il più
grande tessitore dell'apertura all'Udc. E pazienza se l'eventualità
potrebbe segnare il definitivo scollamento dalla Lega. La strada è
quella della costruzione di una Casa dei moderati, una formazione
che riunisca tutte quelle formazioni che si rifanno al Partito
Popolare Europeo.
"Mi auguro che il Terzo Polo faccia una riflessione - spiega
Frattini - e riconosca la leadership di Pierferdinando Casini. Se
la guida, come ritengo, è la sua, è naturalmente di stampo popolare
europeo". I presupposti per un'alleanza su queste basi ci
sono.
"Lo stesso Silvio Berlusconi, con il quale parlo spesso di questi
temi, è molto determinato su questa strada" spiega l'ex ministro
degli Esteri. Che però segnala che il Cavaliere "ha una domanda:
qual è il gioco di Casini?". Si spieghi. Casini dice di volere un
Partito della Nazione, che è nella sostanza quel che proponiamo
noi.
Poi ci propone di venirci dentro: francamente mi sembra un po'
strano. Noi siamo rispettosi, non vogliamo inglobare nessuno, però
vogliamo fare le cose insieme. In questo senso la domanda di
Berlusconi concerne le intenzioni del leader dell'Udc. Avete
recentemente avviato una serie di contatti con gli altri partiti
del centrodestra europeo.
Lo scopo è quello di capire come impostare il progetto della Casa
dei moderati italiana? Nei paesi che ci sono più vicini, come
Spagna, Germania e Francia, i partiti nostri cugini hanno già
realizzato l'obiettivo di riunire tutti i moderati: la Cdu tedesca,
l'Ump francese, il Pp spagnolo.
In un sistema bipolare normale, non aggressivo e velenoso come
purtroppo è stato quello italiano, è assolutamente normale che ci
sia una formazione di ispirazione cattolico liberale e una di
socialdemocratici. La prossima tappa? Il 28 e il 29 con Angelino
Alfano saremo a Londra. Incontrerete, oltre ai conservatori, anche
i liberaldemocratici? Il programma degli incontri include diversi
esponenti dei tories, a cominciare dal ministro degli Esteri, e
appuntamenti istituzionali.
In agenda anche un incontro importante con i liberaldemocratici.
Dobbiamo ancora stabilire se sarà il leader, Nick Clegg, o il suo
vice, Paddy Ashdown. In Gran Bretagna stanno sperimentando, dopo
molti anni, un governo di coalizione. Guardiamo con molta
attenzione all'esperienza britannica.
Vi convivono una posizione conservatrice meno europeista e una,
quella del vicepremier Clegg, molto europeista. Questa prospettiva
ci interessa molto, perché noi siamo un partito molto vicino
all'Europa, ma abbiamo governato con uno che non lo è affatto come
la Lega. È il modello al quale vi ispirate? Il nostro riferimento è
quello del Ppe di Strasburgo.
Che è anche il modello politico che si verifica in tutti i
principali paesi europei. Questo è il motivo per cui la costituente
popolare rimane l'obiettivo verso cui marciare. Una costituente
composta da chi? Da fare insieme a chi ci sta tra i partiti che si
riconoscono nel Ppe.
Nessuno vuole fare un'opa sugli altri. Né il Pdl su Casini, né
Casini su di noi. Dobbiamo costruirla insieme, Alfano su questo si
è assunto un impegno congressuale. C'è un dialogo in corso con
l'Udc? Un dialogo politico che sta tenendo Alfano, su richiesta del
partito.
Se l'Udc accettasse la vostra road map dovrebbe rinunciare al
progetto del Terzo Polo. Sareste disposti a coinvolgere anche Fli e
Api? Sarebbe molto positivo che chi non è mai stato nel Ppe vi
aderisca. Se il Terzo Polo scegliesse tutto insieme di aderire alla
nostra proposta sarebbe un'evoluzione positiva del quadro
politico.
Vedo comunque che ci sono dei casi nei quali il rapporto tra il
Pdl e l'Udc si dimostra capace di rifarsi ad una vera identità
comune. Si riferisce alle prossime amministrative? C'è l'esempio
del Molise, dove abbiamo corso con l'Udc. In quel caso Fli non ha
nemmeno presentato la lista e l'Api si è schierata con il
centrosinistra.
Penso poi a Palermo, dove il nostro candidato sindaco sarà quello
sostenuto anche dall'Udc, mentre Fli lo ha rinnegato in modo molto
violento. Intanto siete impegnati insieme a sostenere l'esperienza
del governo Monti. È giusto sostenere i provvedimenti del governo.
E mi riferisco anche al passo importante che si sta facendo sul
mercato del lavoro.
L'altro ieri abbiamo dato il via alle liberalizzazioni, un passo
importante, ma non conclusivo. Vi sono alcune liberalizzazioni che
avremmo voluto esportare a livello europeo. L'idea è quella di
costruire un modello che si possa integrare con quanto accade negli
altri paesi europei.
Il Parlamento sembra viaggiare ad una velocità diversa. Sulle
riforme e sulla legge elettorale l'iter si sta allungando? Credo
che ci stiamo avvicinando ad un pacchetto complessivo. Che include
cose sulle quali c'è da tempo un'intesa: la riduzione dei
parlamentari, il rafforzamento dei poteri del primo ministro, la
creazione del Senato federale.
Per quanto riguarda la legge elettorale, c'è una volontà comune di
cambiamento, ma non tutti sono d'accordo su come si debba
modificare. Qual è il modello che predilige? Uno che metta insieme
il meglio dell'esperienza tedesca, vale a dire il proporzionale, e
il meglio dell'esperienza spagnola, cioè il voto per
circoscrizioni.
Con una caratteristica, presente sia in Spagna che in Germania e
che noi dobbiamo conservare: il diritto dei cittadini di indicare
il primo ministro. Ci sono diverse proposte: quella di Ceccanti,
quella di La Loggia. Ma le linee guida sulle quali la maggioranza
può coinvolgere l'opposizione, e penso alla Lega, sono quelle che
ho appena enunciato.
Il modello istituzional-elettorale che conseguirà condizionerà le
future alleanze. Con la Casa dei moderati tramonta per sempre
l'alleanza con la Lega? Non vogliamo archiviare in modo definitivo
quell'esperienza. Ma dobbiamo anche dire con estrema franchezza che
noi abbiamo scelto di mettere l'interesse dell'Italia sopra ogni
cosa.
Rispetto a questo non siamo disponibili a fare marcia indietro. Ma
non escludo in futuro la possibilità di un modello federativo di
alleanza. Come nel '94? Esattamente. Tenendo presente però che la
casa dei moderati deve essere la stessa dovunque. Perché il
progetto deve essere quello di avere una grande coalizione moderata
che si ponga in antagonismo con i socialdemocratici.
Se davanti a noi ci sarà la foto di Vasto, con Vendola e i
grillini, credo che gli italiani si affideranno a noi. Per questo
sono ottimista sulle possibilità di vittoria alle prossime
elezioni. Nel 2013, nella Casa dei moderati, ci sarà posto per
qualcuno dei tecnici oggi al governo? Se dovesse fare un nome? Ce
ne sarebbe più di uno.
Ma se ne facessi i nomi li danneggerei.
Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:01