
Un contratto record per 4,5 gigawatt di capacità energetica. È l’accordo che legherà Oracle e OpenAI. Un’intesa per acquistare 300 miliardi di dollari in potenza di calcolo in circa 5 anni. Si tratta di un impegno enorme che supera di gran lunga l’attuale fatturato della startup: lo scrive il Wall Street Journal. È uno dei più grandi contratti cloud mai firmati, a dimostrazione di come la spesa per i data center di Intelligenza artificiale stia raggiungendo nuovi massimi nonostante i crescenti timori per una potenziale bolla. Il contratto con Oracle è paragonabile all’elettricità prodotta da più di due dighe di Hoover o alla quantità consumata da circa 4 milioni di persone. Il contratto inizierà nel 2027 ed è una scommessa sia per Sam Altman sia per Larry Ellison. Con l’accordo, infatti, Oracle scommette gran parte dei suoi ricavi futuri su una sola società e dovrà probabilmente indebitarsi per l’acquisto dei chip per l’intelligenza artificiale necessari ad alimentare i data center. OpenAI invece si impegna a sostenere spese ben più importanti dei suoi ricavi attuali: al momento il suo fatturato annuale è di circa 10 miliardi a fronte dell’impegno di pagare a Oracle circa 60 miliardi l’anno. Un impegno preso nella convinzione che la startup continuerà a crescere a ritmi straordinari e i suoi prodotti saranno usati da miliardi di persone nel mondo. Il contratto è un nuovo tassello nella strategia di Altman, il cui sogno è quello di riuscire ad avere le risorse informatiche necessarie per lo sviluppo dei prodotti di OpenAI e la creazione di nuovi modelli di Ia
Quello che l’amministratore delegato del produttore di ChatGPT è un sogno che accomuna l’intera industria dell’intelligenza artificiale, che sta investendo miliardi di dollari nella costruzione di nuovi data center, mettendo a dura prova la tenuta della rete elettrica. Morgan Stanley stima che dal 2025 al 2028, la spesa per i chip, i server e le infrastrutture per i data center raggiungerà i 2.900 miliardi di dollari, spingendo le aziende del settore a cercare investimenti ed emettere debito in quella che molti hanno già definito una moderna corsa all’oro. L’accordo è uno dei molti fronti aperti da Altman. L’amministratore delegato di OpenAI è già impegnato a cercare di produrre i suoi chip insieme a Broadcom, a creare un rivale dell’iPhone e lanciare Stargate, la nuova società cloud che porta il sigillo di Donald Trump. Alla base del contratto con Oracle, definita già da molti la nuova Nvidia per il ruolo destinato ad avere nell’Ia, c’è la convinzione che OpenAI continuerà la sua corsa sfrenata. Una scommessa non indifferente viste le pressioni a cui la startup è sottoposta, fra la costosa guerra per attrarre i migliori talenti alle difficili trattative con Microsoft, suo partner di lunga data, passando per la riorganizzazione per trasformare OpenAI in una società a scopo di lucro. La startup di Altman per anni si è affidata esclusivamente a Microsoft per la fornitura di potenza di calcolo, ma di recente sta guardando anche altrove per diversificare e far fronte alla carenza di capacità disponibile, svincolandosi allo stesso tempo da una dipendenza eccessiva dal colosso di Redmond. Per rispondere agli impegni previsti dal contratto Oracle sta lavorando con il costruttore di data center Crusoe e ha nel mirino impianti in vari stati americani. Per Ellison quindi un impegno significativo che lo conferma nell’olimpo dei manager di Big Tech, coloro con una visione e le capacità per poter aprire una nuova pagina nella storia della tecnologia.
Aggiornato il 12 settembre 2025 alle ore 15:52